​Videosorveglianza, Pordenone città del grande fratello

Videosorveglianza, Pordenone città del grande fratello
PORDENONE - Garantire la costante efficienza delle 88 telecamere che sorvegliano la città, assicurandone la manutenzione, il funzionamento continuo e l'aggiornamento...

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PORDENONE - Garantire la costante efficienza delle 88 telecamere che sorvegliano la città, assicurandone la manutenzione, il funzionamento continuo e l'aggiornamento tecnologico. E' questo l'obiettivo del nuovo contratto triennale da circa 160 mila euro stipulato dal Comune con una società privata pordenonese per la gestione della videosorveglianza cittadina. A portare a casa il risultato è stato l'assessore alla sicurezza Emanuele Loperfido. 

IL PATTO«L'accordo -spiega - prevede un'assistenza globale e offre massima qualità nella manutenzione degli occhi elettronici, garantendo in particolare la continuità del servizio e, in caso di guasto, tempi rapidi di riparazione e ripristino». Oltre alla manutenzione continuata, «prevede anche un altro importante aspetto e cioè l'aggiornamento software e hardware con l'eventuale sostituzione di programmi e attrezzature obsolete, in modo che l'impianto di videosorveglianza offra sempre un servizio adeguato. Per noi sono obiettivi fondamentali. Arrivare a questo nuovo sistema - aggiunge - è stato un percorso lungo e voglio ringraziare per la collaborazione il dirigente comunale del settore gestione territorio, infrastrutture e ambiente, Maurizio Gobbato, e il comandante della polizia locale, Stefano Rossi». La nuova convenzione è appena entrata in vigore. I responsabili della ditta sono già in contatto con il personale della sala operativa del comando di polizia locale, dove arrivano le immagini trasmesse dalla videosorveglianza.
IL PRIMO PASSOIl primo passo sarà verificare l'efficienza delle telecamere esistenti ed eventualmente intervenire per riparazioni e aggiornamenti. Intanto con l'arrivo della bella stagione sono stati implementati, in orario serale e notturno, i controlli da parte della polizia locale nei parchi pubblici di Pordenone. «E' stato stabilito - ricorda Loperfido - che la chiusura dei parchi pubblici deve essere uniformata: i cancelli, dunque, devono chiudersi tutti alla stessa ora. L'illuminazione pubblica, sempre all'interno delle aree verdi, deve essere potenziata dal momento che il buio può fare emergere situazioni di insicurezza e dare adito ad episodi di degrado e di vandalismo. Così come si è deciso di agire sulla cura di siepi e vegetazione in genere, in modo da non dare la possibilità a nessuno di potersi appartare». I controlli da parte della polizia locale sono ormai quotidiani, specialmente in orario serale, e agli operatori della vigilanza privata è stato richiesto un report dettagliato che, in particolare, tiene conto di quanto osservano quando si accingono a chiudere i parchi stessi. Loperfido, ieri presente alla festa per i 205 anni dell'Arma dei carabinieri di Pordenone, ha ricordato un concetto fondamentale legato alla sicurezza: «I cittadini la sua considerazione invece che denunciare i singoli episodi sui social network, dovrebbero segnalarli telefonando al 112 oppure alla centrale della polizia locale. Più denunce vengono raccolte e più forza hanno gli amministratori comunali quando si tratta di chiedere maggiori controlli, da parte delle forze dell'ordine, in determinate zone della città».

CRITICITÁE a proposito di situazioni di criticità legate proprio ai parchi, queste, secondo l'assessore, sono riconducibili «a sporadici casi connessi a situazioni di degrado e disagio sociale. Persistono situazioni che meritano di essere prese in considerazione attraverso tutta una serie di attività di prevenzione, che richiedono soprattutto l'impiego dei servizi sociali e degli operatori di strada». Il Parco Galvani, in base alla mappa del rischio elaborata dalla polizia locale, non è l'unico ad essere tenuta sotto controllo. Nella lista figurano anche le aree verdi di San Valentino, Cimolai, Brigata Lupi Toscana, IV Novembre, Murri, San Carlo, Laghetti di Rorai, Reghena, Querini, Brusafiera, Seminario e Parco Volt De Querini.
Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino