PORDENONE - L’orizzonte temporale che nessuno si aspettava è la prima settimana di giugno, quando potrebbero riaccendersi le luci di teatri, cinema, sale concerti....
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LA PREPARAZIONE
«Nelle prossime settimane finalmente rientrare in ufficio per pensare all’eventuale programmazione dal primo giugno - commenta Marika Saccomanni, direttrice del Teatro Verdi - Sul piano tecnico e operativo siamo pronti. Utilizzando platea e prima galleria possiamo garantire la presenza di massimo 200 persone con distanza di sicurezza del raggio di 1 metro, perciò circa 185 persone di pubblico e il resto artisti, tecnici, maschere. Il Teatro ha 5 ingressi/uscite per gestire i flussi di persone. Il Teatro sarà sicuro, la domanda è se il pubblico se la sentirà di tornare». Non solo ritorno in teatro, il Verdi ipotizza anche eventi all’aperto, ma si è in attesa anche di altri chiarimenti, tra cui la mobilità tra regioni per gli spostamenti degli artisti. Senza sosta, si è continuato a lavorare per il progetto di residenza estiva della Gustav Mahler Jugendorchester.
CINEMAZERO
Si è pronti a ripartire anche a Cinemazero che martedì 12 riaprirà la Mediateca (accessibile su prenotazione) e che ha spostato il festival Le voci dell’inchiesta al 18-22 novembre. Le 4 sale dell’Aula Magna «sono già utilizzabili a scacchiera - commenta Riccardo Costantini - Abbiamo gli strumenti tecnologici non solo per prenotare i biglietti senza contatti ma anche prevedendo disposizioni variabili ad esempio nel caso di familiari che potrebbero rimanere vicini. C’è poi la programmazione estiva, tra cui la proposta di cinema all’aperto Bike-In con iò Comune». Per Cinemazero, i limiti previsti dal distanziamento al chiuso si traducono posti disponibili pari a un quarto della capienza. Tra chiusura e minori biglietti: «Abbiamo già preventivato un buco tra 130 e 170mila euro. Aprire subito potrebbe rivelarsi ancora più dannoso se non c’è pubblico, ma riteniamo di avere un dovere sociale» conclude Costantini.
IL CAPITOL
C’è maggiore scetticismo per la musica dal vivo: «Come sala concerti Capitol prendiamo questo parere come segno positivo, e di conferma per le date autunnali. Se il Decreto governo recepirà il parere tecnico, avremo una capienza ridotta a circa un’ottantina di posti, ma almeno potremmo aprire» spiega Attilio Perissinotti per il Capitol. Quanto ai concerti all’aperto, «è da vedere - prosegue Perissinotti titolare di BPM, agenzia che organizza tour di gruppi in Italia e all’estero - tutti i festival europei sono stati cancellati. Come agenzia abbiamo moltissimi gruppi che prevedono un pubblico tra le 200 e le mille persone. Occorre individuare lo spazio, l’ideale sarebbe individuarne uno organizzato e allestito, dove organizzare a rotazione tutti gli eventi, dal cinema alla musica». Tutt’altro discorso per i grandi concerti da ipotetici migliaia di spettatori, per i quali queste misure sono insostenibili, «di positivo c’è che è una ripartenza, molte realtà piccole potranno fare i loro eventi, per noi però le linee guida sono penalizzanti» spiega Giovanni Candussio di Azalea, agenzia friulana che organizza i grandi concerti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino