Teatro Verdi, la svolta: apre ai privati, entreranno anche nel cda

Il teatro Verdi
PORDENONE - Il donsiglio di direzione del teatro Verdi di Pordenone si apre ai privati. Lo consentirà il nuovo statuto che approderà lunedì in consiglio...

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PORDENONE - Il donsiglio di direzione del teatro Verdi di Pordenone si apre ai privati. Lo consentirà il nuovo statuto che approderà lunedì in consiglio comunale per l'approvazione assembleare. Oltre a una generale attualizzazione, la variazione più significativa - discussa dai vertici del teatro con l'amministrazione - sarà l'inserimento come quinto componente del Cda di un qualsiasi socio sostenitore.

LA MODIFICA
La modifica statutaria si è resa necessaria dopo l'uscita oltre un anno fa del Teatro lirico Verdi Trieste dalla compagine sociale, e si prende atto anche del fatto che non esistendo più l'ente Provincia sparisce anche la nomina che in origine spettava a quell'ente e che passa (come già da diversi anni) alla Regione. Attualmente la Regione designa due membri (gli attuali Giuseppe Verdichizzi e Davide Fregona), il Comune sceglie il presidente (Giovanni Lessio) e un consigliere (l'attuale Teresa Tassan Viol). Il quinto posto vacante verrà assegnato a un socio sostenitore o a un rappresentante dei soci sostenitori qualora ce ne fosse più di uno.

IL RUOLO
«La presenza di imprenditori ha senso in una realtà che a sua volta è diventata un'impresa culturale - spiega Giovanni Lessio, presidente dell'associazione che governa il Teatro -. Ragioniamo su un'attività annuale, con una forte varietà di proposte, non solo in musica e prosa ma anche nell'approfondimento in tanti altri campi. Il Teatro è una risorsa che è bene sia condivisa da mano pubblica e da mano privata».
La presenza di privati e specialmente di aziende in un tavolo così importante ha un significato anche funzionale: «Da quando sono diventato presidente ho cercato di attirare l'attenzione dei privati sull'attività del teatro. Siamo in regione il teatro che più utilizza art bonus - prosegue Lessio -. C'è già una rete di imprese e imprenditori che stanno guardando con interesse l'attività di un teatro che a tutti gli effetti è un'impresa culturale. Sulla base di questo ragionamento abbiamo sollecitato queste modifiche statutarie per dare un segnale anche di apertura e disponibilità all'ingresso di privati, sono convinto che anche l'imprenditoria privata faccia parte del tavolo di comando di un teatro diventato una realtà molto importante e significativa per il territorio».

IL SOCIO
La figura del socio sostenitore viene mantenuta: per diventarlo sarà necessario versare una quota associativa di 10mila euro, che viene rinnovata di anno in anno secondo una quantificazione stabilita dal Cda. «La variazione di statuto non avrà significative modifiche ulteriori, se non il fatto che si prevede il revisore unico e non più il collegio dei revisori. Per il resto si tratta di aggiustamenti tecnici che tengono conto dei mutamenti avvenuti sia al nostro interno sia nel territorio negli ultimi vent'anni - spiega Marika Saccomani direttrice del Teatro -. La modifica dovrà prima essere approvata dal consiglio comunale, dopo di che verrà portata in Regione, prima in giunta poi in consiglio regionale. Ottenute tutte le autorizzazioni, verrà portato al voto dell'associazione in assemblea straordinaria».


L'associazione che governa il teatro prevede Comune e Regione come soci fondatori, ma anche una serie di soci onorari (tra cui le categorie economiche, ad esempio). «Ciò che era stato disegnato quasi vent'anni fa adesso lascia il posto a una nuova realtà sociale. È importante sedersi laddove si assumono decisioni strategiche perché il Teatro è strumento di una strategia territoriale più ampia», conclude Lessio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino