Tatuatori esclusi alla ripartenza: c'è una anomalia, subito sanata da Zaia

Il problema: i tatuatori non potevano ripartire
MONTEBELLUNA - La categoria invisibile dei tatuatori: «Noi, messi duramente da parte». Inizialmente esclusi dal Dpcm del premier Conte, la categoria è...

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MONTEBELLUNA - La categoria invisibile dei tatuatori: «Noi, messi duramente da parte». Inizialmente esclusi dal Dpcm del premier Conte, la categoria è rimasta con il fiato sospeso tutto il giorno. Poi l’appello al governatore Luca Zaia: «Vogliamo lavorare anche noi». È stata una lunga attesa e una doccia gelata la notizia dell’esclusione dei tatuatori per la ripartenza di oggi. Dopo il Dpcm di Conte dove ha dato, accettando le linee guida delle regioni, il via libera alle aperture per i servizi alla persona, quali estetiste e parrucchieri, per i tatuatori la riapertura dei loro negozi per molte ore è apparsa un miraggio. 


LA PROTESTA
Ieri pomeriggio il grido di aiuto della categoria è arrivato immediatamente sul tavolo del governatore Luca Zaia. Dopo una videoconferenza fiume con il premier Conte e gli altri governatori, nella notte tra sabato e domenica, il presidente della regione Veneto si è rimboccato ancora le maniche cercando di limare quella postilla annunciata ieri alle 13 durante la sua conferenza stampa: «Da domani (oggi, ndr) riapriranno parrucchieri e centri estetici escluso i tatuatori secondo le disposizioni della Sanità. Non dipende da noi». Eppure è una categoria in continua crescita. Solo nel trevigiano si contano oltre una sessantina di tattoo studio sparsi in tutta la provincia. 

L’ANNUNCIO

La mannaia del governo centrale di Roma era calata di nuovo sui lavoratori che ora temono l’aumento del lavoro in nero. «È un rischio che c’è sempre stato, e che in questo momento probabilmente possa essere in crescita - dichiara Stefano Favero, in arte Steno, titolare del Crazy Cat di Montebelluna - Da sempre ci vengono imposte delle regole molto ferree a livello sanitario: periodicamente ci sono i controlli da parte dell’Usl e dei Nas». Guanti, mascherina, calzascarpe chirurgiche, visiera, camici monouso e sanificazione del locale tra un cliente e l’altro. «Queste sono tutte direttive che rispettiamo già da moltissimi anni e che solo ora in piena emergenza Covid vengono applicate anche per altre categorie commerciali - continua il tatuatore - quindi la nostra categoria risponde adeguatamente alle richieste e alle linee guida che sono state dettate nell’ultimo Dpcm». La categoria si è subito appellata al governatore Zaia che si è messo a disposizione come intermediario e ha portato la richiesta di aiuto fino a Roma. Poi in serata la buona notizia: tra le categorie per il benessere della persona anche i tatuatori potranno finalmente alzare le serrande dei loro negozi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino