L'aumento dei tassi di interesse costerà alle imprese venete 1,5 miliardi in più

Imprese venete (foto di archivio)
VENEZIA - Nel tentativo di raffreddare la spinta inflazionistica, l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE in questa seconda parte...

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VENEZIA - Nel tentativo di raffreddare la spinta inflazionistica, l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE in questa seconda parte dell’anno comporterà, tra il 2023 e il 2022, un aggravio degli oneri sui prestiti alle imprese venete di 1,5 miliardi di euro. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA. Questa stima è stata “costruita” ipotizzando un aumento medio dei tassi di interesse del 2 per cento tra il 2023 e il 2022. E’ stato applicato questo incremento alla luce del fatto che quest’anno il valore medio del tasso BCE (ponderato per i giorni) si attesterà attorno allo 0,6 per cento; per effetto dei provvedimenti che tra lo scorso mese di luglio e l’inizio di novembre lo hanno alzato dallo zero al due per cento Pertanto, applicando un tasso di incremento degli interessi medio del 2 per cento ai 75,8 miliardi di consistenze degli impieghi erogati alle imprese venete al 30 settembre scorso, l’anno prossimo queste ultime subiranno un aumento del costo del denaro pari a 1,5 miliardi di euro.

A livello provinciale

A livello provinciale, infine, Verona sarà la realtà più “penalizzata” del Veneto: a fronte di 17,5 miliardi di impieghi bancari al 30 settembre 2022, le imprese ubicate nella provincia scaligera dovranno farsi carico nel 2023 di un maggior aggravio dovuto all’aumento dei tassi di interesse pari 351,1 milioni di euro. Seguono le provincie di Treviso con maggiori costi pari a 322,1 milioni, Vicenza con 285,6 milioni di euro, Padova con 266,9 milioni e Venezia con 217,7 milioni di euro. Chiudono la graduatoria a livello regionale Rovigo con maggiori costi pari a 41,6 milioni e Belluno con 32,5 milioni di euro 

 

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Il Gazzettino