​Tassa pagata 4 anni fa ma dal Comune arriva un sollecito con l'importo lievitato

Tassa pagata 4 anni fa ma dal Comune arriva un sollecito con l'importo lievitato
PORDENONE - La Tari l'ha pagata quattro anni fa. Era il 2018. Ma dall'Unità operativa complessa rifiuti del Comune di Pordenone ha ricevuto qualche settimana fa un...

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PORDENONE - La Tari l'ha pagata quattro anni fa. Era il 2018. Ma dall'Unità operativa complessa rifiuti del Comune di Pordenone ha ricevuto qualche settimana fa un avviso bonario in cui si reclamano l'omesso versamento di una differenza di 40,85 euro e spese di notifica per 5,10. Pagamento entro il 30 aprile, con allegate tutte le istruzioni per farlo e un promemoria circa la conservazione della ricevuta per la durata di cinque anni. L'avvocato Antonio Pedicini che - per «de-formazione» professionale, come lui stesso ironizza - ha conservato tutte le carte, non è ancora riuscito a comprendere il motivo della richiesta. Un errore di registrazione nella banca dati? Un intoppo informatico?


«Il Comune - spiega il legale - mi avvisa che non ho corrisposto nei tempi dovuti la tassa rifiuti dell'importo di 180 euro. Mi si contesta l'omesso versamento di una differenza di 40,85 euro in relazione ad un asserito avviso di 220,85». Nella comunicazione, ben evidenziato in neretto e sottolineato, l'Ufficio addetto alla riscossione di tasse e tributi lo avverte che in caso di inadempimento si procederà al recupero della somma tramite l'emissione di avviso di accertamento che comporterà un'ulteriore una sanzione pari al 30 per cento dell'importo dovuto.


«L'importo è modesto - osserva Pedicini - e di per sè non meriterebbe eccessiva attenzione. Tuttavia a fronte di una contestazione di inadempimento che non mi risulta aver commesso e conservando per (de)formazione professionale tutte le carte, ho recuperato l'avviso del Comune di Pordenone dell'anno 2018 e accertato di aver puntualmente adempiuto a quanto in quell'anno l'Amministrazione mi aveva comunicato». L'avviso del 2018 è chiarissimo: l'importo da pagare ammontava a 180 euro tondi tondi, compresa addizionale provinciale pari al 4 per cento. E tanto Pedicini ha corrisposto. Come l'importo sia lievitato i questi quattro anni resta ancora un mistero.


«Non so per quale ragione si è verificato - continua Pedicini manifestando perplessità - Una mia telefonata all'ufficio indicato nella corrispondenza, dopo numerosi tentativi di comunicare non avuto alcuna risposta e sono stato liquidato con un mi mandi una e-mail, cosa che mi accingo a fare sperando di avere una più esauriente spiegazione». Ma è proprio la risposta ricevuta che ha fatto riflettere l'avvocato pordenonese. Quanti sono i residenti che si trovano nella sua stessa condizione? Come se la stanno cavando tra telefonate senza risposta o mail da spedire? «Per me conservare le carte e scrivere e-mail è pratica quotidiana - afferma Pedicini - ma a coloro che non hanno familiarità con la conservazione documentale e forse anche con il mondo della comunicazione digitale, cosa resta da fare? Il più delle volte non resta altro che tacere e pagare per non essere molestati. Siamo sudditi o cittadini di una democrazia evoluta?». L'ex politico con un passato da consigliere regionale e presidente del consiglio provinciale di Pordenone si pone infine un altro interrogativo: «L'Amministrazione sta raschiando il fondo del barile?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino