PADOVA - Pronti, via. Da ieri gli agenti delle Volanti della polizia di Padova oltre alla pistola hanno in dotazione anche il taser. Sono 10 i poliziotti che hanno seguito il...
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LA PRESENTAZIONE A presentare la novità, ieri mattina, il questore di Padova, Paolo Fassari, assieme alla dirigente delle Volanti, Michela Bochicchio, diretta responsabile degli agenti che lo utilizzeranno. «Il taser ha detto Fassari è un'arma che si pone in una posizione intermedia tra le mani nude e la pistola d'ordinanza. Non nasce certamente per fare le carezze ai criminali, ma per bloccare per qualche secondo la mobilità del soggetto che si scaglia contro i nostri uomini che, per una questione di differenza di mole o di numero, non potrebbero sostenere l'assalto. I nostri agenti, lo dicono le cronache, hanno spesso avuto a che fare con malintenzionati dalla stazza enorme e i casi di ferimenti sono molteplici». Il questore evidenzia con forza e più volte, viste le polemiche su questa sperimentazione, che non si tratta di un giocattolo, ma di un'arma il cui utilizzo è regolato da norme severe. Il poliziotto, infatti, non potrà sparare i dardi elettrificati così, d'istinto. L'utilizzo del taser sarà preceduto da una manovra di avvertimento che consiste in cinque passaggi.
I CINQUE PASSAGGI Il primo prevede di mostrare l'arma ancora all'interno del fodero, che è sistemato dalla parte opposta rispetto a quello che contiene la pistola d'ordinanza. Nel caso in cui il soggetto sotto tiro non dovesse arrendersi, il poliziotto deve estrarre il taser e mostrarlo nella sua interezza. Se la persona coinvolta ancora non dovesse rendersi conto di quello che ha davanti, l'agente può dare una scarica di avvertimento a vuoto che produce un rumore forte e inconfondibile. Se il malvivente non si vuole arrendere, a quel punto il poliziotto può puntarlo col mirino laser e - solo a quel punto e se attaccato - sparare contro il suo antagonista i dardi elettrificati, collegati alla pistola con fili di rame: la scarica elettrica emessa dal taser è di 5-6 secondi e consente di bloccare una persona giusto il tempo per avvicinarsi in sicurezza, renderla innocua e ammanettarla.
«Le procedure sono fatte apposta per evitare sfoghi di forza istintivi e per arrivare per gradi alla soluzione più drastica - evidenzia il questore Fassari -. Non voglio fare il fascista o l'irragionevole, ma dopo quando detto, è chiaro: se una persona, dopo questi avvertimenti, continua ad avere un atteggiamento ostile e aggressivo, deve mettere in conto che gli può arrivare una scarica elettrica addosso». Il questore continua: «È uno strumento letale? Si può morire se colpiti? Non sono un medico e dunque io non rispondo a domande di questo genere. Dico solo cose che conosco e di mia competenza, ovvero che Padova sta cominciando una sperimentazione, che non è una strada senza ritorno. Tra tre mesi chi di dovere valuterà se continuare oppure no. Inoltre il nostro personale è stato formato per utilizzare quest'arma nella maniera corretta e non per sfogare degli istinti. Per sparare con il taser bisogna essere a una certa distanza, sette metri e mezzo, e le procedure sono molto rigide. A chi dice che all'estero ci sono stati casi di persone colpite col taser dai poliziotti, mentre erano già ammanettate, rispondo che queste azioni si chiamano tortura e che non appartengono al nostro modo di lavorare. I nostri uomini sono addestrati a valutare ciò che è necessario fare e lo fanno rispettando tutte le regole previste».
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Il Gazzettino