Tartarughe carnivore infestano il fiume Brenta: specie importata e pericolosa

Un esemplare di Trachemys (archivio)
PADOVA - Tartarughe nel Brenta a Vigodarzere, nel Padovano: sono carnivore e pericolose per l'ecosistema. Sono state avvistate lungo il corso del fiume all'altezza della frazione...

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PADOVA - Tartarughe nel Brenta a Vigodarzere, nel Padovano: sono carnivore e pericolose per l'ecosistema. Sono state avvistate lungo il corso del fiume all'altezza della frazione di Saletto e nella zona della Certosa. A constatarlo di persona è stato l'assessore all'ambiente di Vigodarzere, Moreno Boschello, dopo aver ricevuto la segnalazione da parte di più cittadini.




«Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi - dice Boschello - ho fatto una verifica lungo le rive del Brenta e ho contato nelle poche aree accessibili e visibili ben sei tartarughe ferme su alcuni rami che sporgevano dall'acqua. Le testuggini non erano concentrate in un unico punto, ma distribuite lungo tutto il tratto del Brenta, che va da Saletto a Vigodarzere: due a Saletto area distributore, due in zona Certosa, una in zona chiesa di Vigodarzere e una in zona scivolo nautico, vicino al ponte della ferrovia».



Il Brenta sembra essere diventato l'habitat prediletto dalle tartarughe acquatiche. E tutto lascia pensare che gli esemplari presenti siano molti di più. «Chissà quante altre ce ne sono lungo la riva del fiume non accessibile dall'argine - prosegue l'assessore -. È molto probabilmente che si tratti della tartaruga palustre Trachemys o comunemente detta "americana", caratterizzata da macchie di colore rosso o giallo sulle membrane timpaniche.



Una specie non autoctona, ma importata e molto pericolosa per l'ecosistema. Essendo carnivore, si nutrono di vermi, piccoli pesci ma anche di anfibi, uova di tutte le specie, minacciando tutto l'ecosistema. Da adulte arrivano fino a 30 centimetri di lunghezza. Il carattere aggressivo ha la meglio su quello delle italiche tartarughine palustri, già sparite dai nostri fossi perché tombinati o ripuliti con mezzi meccanici che le uccidono».



La ragione della presenza di queste testuggini nelle acque dei nostri fiumi è spiegabile: «Le tartarughe americane spesso vengono acquistate piccole a pochi euro alla fiera o alla sagra, ma una volta cresciute vengono abbandonate nel fiume, creando un grande pericolo per il già fragile ecosistema». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino