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BELLUNO - La richiesta è chiara: rimuovere la targa in bronzo, datata 1519, che si trova in Sala Giunta di Palazzo Rosso, proprio alle spalle della poltrona dove siede il sindaco. Occasione è il Giorno della Memoria. La motivazione è spiegata da Marco Perale, storico e consigliere di minoranza, che ha portato l'istanza al Consiglio comunale di stasera 30 gennaio. Nella seduta di stasera, però, la maggioranza di centrodestra ha deciso, compatta, di non rimuovere l'antica targa ma di collocare al suo fianco un testo esplicativo per contestualizzare la vicenda.
L'antefatto
«In nome non solo della dignità che la figura del sindaco, la Sala Giunta e l'intero Municipio meritano, ma soprattutto per le ragioni abbiette che ne avevano deciso l'attuale posizionamento in ossequio alle leggi razziali». Marco Perale era partito da un dato di fatto: a Belluno non ci sono famiglie ebree.
La targa solennizzò il fatto: «In bronzo, portava lo stemma del Rettore Marco Miani, lodato esplicitamente per aver espulso gli Ebrei». Venne affissa, nel 1519 a fianco dell'ingresso dell'antico palazzo della Caminada, poi demolito tra il 1833 e il 1838 e sostituito dall'attuale Palazzo Rosso e dall'ex Tribunale. Allora la targa viene esposta nella sala d'aspetto. Ma il botto vergognoso arriva a fine 1938: «Alcuni zelanti fascisti bellunesi spostano la targa dedicata alla cacciata degli Ebrei e, nello spirito antisemita, la collocano dove si trova ora, per ispirare l'azione solitaria del Podestà di allora». Ecco che, al sindaco e alla giunta Perale chiede «di attuare un gesto di grande valore simbolico». Con la targa che potrebbe finire nel Lapidarium del Museo Fulcis.
Il Gazzettino