Grandi opere a doppia velocità: cantieri a rilento e costi che corrono

Grandi opere a doppia velocità: cantieri a rilento e costi che corrono
VENEZIA - Grandi opere a doppia velocità con cantieri a rilento e costi che corrono: sono, infatti, ben poche le principali grandi opere incluse nel programma delle...

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VENEZIA - Grandi opere a doppia velocità con cantieri a rilento e costi che corrono: sono, infatti, ben poche le principali grandi opere incluse nel programma delle infrastrutture strategiche definite dalla Legge Obiettivo nel 2001 ad essere state completamente terminate ma i costi, invece, hanno subito una vera e propria impennata, determinata, nel tempo, anche dalle varianti in corso d'opera.




A evidenziarlo è la Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre, che riporta alcuni dei casi più eclatanti. Si comincia dalla tratta ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna-Firenze. Se nella delibera del Cipe del 2001 era previsto un costo di quasi 1,3 miliardi di euro, al 31 dicembre scorso la mega opera, ormai ultimata, è costata oltre 13 miliardi di euro, pari ad un incremento del 917 per cento. Altrettanto significativo è lo scostamento tra il preventivo di spesa e il costo sostenuto fino adesso per la realizzazione del corridoio Jonico, ovvero la «Taranto-Sibari- Reggio Calabria». La nuova statale Jonica, una nastro di strada a 4 corsie di quasi 500 chilometri, doveva inizialmente costare poco più di 3 miliardi: ad oggi il costo preventivato si aggira sui 20 miliardi (+ 551%). Qualche esempio nel Nordest. Asse ferroviario Monaco - Verona, valico del Brennero e Fortezza - Verona: 2.582,3 milioni (prima stima dei costi), 9.222,96 (costi a fine dicembre 2014), + 6.641 miliardi, + 257,2%. Asse ferroviario Torino-Trieste: 7.901,8 milioni (prima stima), 30.280,1 (a fine 2014), + 283,2%. Asse autostradale medio padano Brescia-Milano - Passante di Mestre: 2.737,2 miliardi di stima iniziale, 4.487,06 miliardi a fine 2014, + 63,9%.

«È utile sottolineare che il risultato emerso dalle comparazioni tra il costo definito nel lontano 2001 e quello sostenuto o previsto in questo momento va preso con le pinze. Non bisogna dimenticare che rispetto a 14 anni fa molte infrastrutture hanno subito delle importanti varianti in corso d'opera», precisa il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, spiegando che «per molte di queste, inoltre, si è reso necessario realizzare un elevatissimo numero di interventi complementari».

Questo studio, spiega la Cgia, non si propone di valutare l'aggravio dei costi per ciascuna opera nel tempo (questo esercizio è stato già effettuato dalla Camera dei Deputati con riferimento al periodo 2004-2014 per un complesso di 97 opere con un aumento dei costi del 40%), ma di puntualizzare come il programma delle infrastrutture strategiche sia progressivamente cresciuto, in ciascuna delle aree considerate, raggiungendo importi molto elevati. La Cgia precisa, inoltre, che il programma dell'intero piano definito dalla Legge obbiettivo ha raggiunto i 383,8 miliardi alla fine del 2014, di cui 233,7 sono stati analizzati in questo lavoro.


La Legge obiettivo, approvata nel 2001 dal secondo Governo Berlusconi, ha stabilito, ricorda ancora la Cgia, le procedure e le modalità di finanziamento per la realizzazione delle grandi infrastrutture strategiche del Paese per il decennio 2002-2013. Sebbene lo stato di avanzamento di queste 27 grandi infrastrutture prosegua con una velocità molto contenuta, c'è da segnalare che le risorse da reperire per terminare i lavori sono ancora molte: a fronte di un costo stimato al 31 dicembre 2014 in 223,6 miliardi, all'appello mancano ben 134,6 miliardi, pari al 60% del totale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino