Mazzette a Santa Maria di Sala, l'accusa: «Il sistema Fragomeni fra pressioni per l'acquisto di terreni, concorsi e promesse di percentuali»

Intercettazioni e pedinamenti alla moglie per i buoni Covid. L'ex sindaco non risponde al giudice

«Il sistema Fragomeni è andato avanti per anni»
SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) -  Altri due faldoni che servono a inquadrare meglio il motivo per cui la procura di Venezia ha ritenuto ancora necessarie - a quasi 3 anni...

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SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) -  Altri due faldoni che servono a inquadrare meglio il motivo per cui la procura di Venezia ha ritenuto ancora necessarie - a quasi 3 anni di distanza da alcuni fatti contestati - le esigenze cautelari per Nicola Fragomeni, ex sindaco di Santa Maria di Sala (ora dimissionario presidente del parlamentino salese) e degli altri amministratori comunali finiti ai domiciliari lunedì mattina. Fatti che si snodano attraverso le 11 mila pagine depositate dal sostituto procuratore Federica Baccaglini sul tavolo del giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori, raccontando altre coordinate rispetto a quelle finora conosciute.



NUOVE ACCUSE
La mossa della procura ha come effetto quello di allungare il tempo dell'inchiesta sulla tangentopoli di Santa Maria di Sala ben oltre il 2020, anno dell'ultima imputazione contestata nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita a inizio settimana dai carabinieri. Sotto la lente d'ingrandimento ci finisce quindi tutto il periodo della passata amministrazione, chiusa con l'elezione - nel 2022 - della sindaca Natascia Rocchi. In sostanza l'ipotesi del pm è che il sistema Fragomeni non si sia fermato alla ricerca del terreno dove costruire la nuova casa di riposo e al piazzamento delle mascherine importate dalla ditta di famiglia, ma abbia toccato altri ambiti, tra questi le pressioni ad altri proprietari terrieri per l'acquisto o la cessione di appezzamenti, promettendo cambi di destinazione d'uso dell'area dietro la cessione, da parte loro, di una percentuale. E poi i concorsi per le assunzioni in Comune.

I BUONI
Nei due faldoni ci sono altre intercettazioni telefoniche e il riscontro di pedinamenti che inchioderebbero alle proprie responsabilità la moglie dell'ex sindaco mentre spende i buoni post pandemia. Oltre alle accuse sui cambi di destinazione d'uso dei terreni a Santa Maria di Sala, infatti, per l'ormai ex presidente del Consiglio comunale c'è anche quella di aver speculato sulla pandemia. La procura gli contesta anche l'accusa di peculato per aver sottratto i buoni spesa Covid riservati alle famiglie bisognose. Tagliando, ciascuno da 10 euro per un totale di 500 euro, spesi da Fragomeni e dalla moglie nel Natale del 2021 in alcuni supermercati del Padovano e di Santa Maria di Sala. Le carte ora in mano al gip dimostrerebbero che quelle spese con i soldi destinati alle famiglie non sarebbero soltanto un'ipotesi investigativa.

LE DIFESE

Ieri è stata anche la giornata dei primi interrogatori di garanzia. Di fronte al gip Liguori, l'ex sindaco Nicola Fragomeni (assistito dall'avvocato Renzo Fogliata) e l'imprenditore padovano Battista Camporese con il suo legale, Ernesto De Toni. Fragomeni si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo stesso ha fatto Camporese che, però, ha rilasciato spontanee dichiarazioni spiegando come non avesse mai sentito parlare di richieste di denaro o di offerte di denaro a qualunque titolo. Ha aggiunto di essere un tecnico del settore dell'assistenza agli anziani e che in questo contesto ha spiegato come dovevano essere fatte le procedure per ottenere l'assegnazione della possibilità di costruire la casa di riposo. E sull'accusa di essersi scritto il bando, ha precisato di aver solo preso da internet il bando del Comune di Martellago che aveva fatto una cosa analoga e di averlo girato al proprio progettista spiegando che in questo modo si fanno le gare pubbliche. Oggi, sabato 28, si prosegue con il consigliere comunale Ugo Zamengo, il geometra Carlo Pajaro, l'architetto Marcello Carraro e il costruttore Mauro Cazzaro.

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Il Gazzettino