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PORDENONE - Farmacie intasate e richieste di tamponi sino a oltre Natale. Il caso entra in consiglio regionale. «E’ ormai chiaro che la soluzione più efficace e veloce per uscire dalla pandemia è il vaccino, ma non si può ignorare il fatto che purtroppo in Friuli Venezia Giulia ci siano ancora migliaia di persone non vaccinate. Dal 15 ottobre scorso, ovvero da quando è stato stabilito l’obbligo del green pass per accedere al posto di lavoro, stanno mettendo a dura prova le farmacie che garantiscono l’erogazione dei tamponi - spiegano al Gruppo regionale dei Cittadini -. La pressione sulle farmacie è cresciuta sensibilmente e nonostante un’ottima organizzazione generale, il sistema è spesso in sofferenza. Come gruppo dei Cittadini abbiamo chiesto alla Giunta quale azioni di supporto alle farmacie intende mettere in atto per favorire una ancora più efficace erogazione del servizio e in risposta, l’assessore Riccardi, si è limitato a sottolineare come la Direzione Centrale della Salute stia continuando a collaborare con le organizzazioni dei farmacisti, promuovendo l’ulteriore diffusione del numero delle farmacie che effettuano test rapidi, e garantendo a tutte un adeguato supporto tecnico e informatico. La sinergia tra tutti gli attori coinvolti è certamente indispensabile, specie con le farmacie comunali, ma qualche azione mirata a sostegno delle strutture andrà fatta nell’immediato futuro perché la situazione è in alcuni casi davvero complicata».
I NUMERI
Sono migliaia i tamponi che ogni giorni vengono erogati nelle farmacie e a questi si aggiungono quelli di controllo.
L’INCONTRO
Nei giorni scorsi era intervenuta anche la Regione con il presidente della III Commissione sanità, Ivo Moras che ha incontrato i 4 presidenti dell’Ordine dei farmacisti, Anna Olivetti (Go), Gabriele Beltrame (Ud), Marcello Milani (Ts) e Luciano Maschio di Pordenone. Il presidente non ha potuto che elogiare l’ottimo lavoro svolto. «Dobbiamo però riconoscere - ha detto Moras - l’enorme sforzo delle farmacie, per supportare tutti coloro che ad oggi sono reticenti al vaccino, ma così facendo i farmacisti sono in seria difficoltà nell’esercitare quella che è la loro attività propria. E’ vero che oggi la farmacia è diventata un centro di servizi, ma non dobbiamo dimenticare qual è lo scopo principale che sicuramente non è quello di prenotare e procedere con i tamponi».
IL GOVERNO
«Abbiamo a che fare - continua il presidente della III Commissione - con un vero capitale umano, ma che necessita di supporto e di un rapido intervento da parte del Governo centrale. Auspico che ci sia una presa di posizione forte e decisa che possa sostenere la categoria, perché non sarà possibile proseguire così». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino