Già eseguiti 27mila tamponi, anche le farmacie in prima linea

Anche le farmacie lavorano a pieno regime per effettuare i tamponi: 27mila quelli già eseguiti a Belluno
BELLUNO - Da gennaio ad oggi le farmacie hanno eseguito 27mila tamponi antigenici. Una valanga di test se si pensa che ha aderito all’iniziativa quasi la metà degli...

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BELLUNO - Da gennaio ad oggi le farmacie hanno eseguito 27mila tamponi antigenici. Una valanga di test se si pensa che ha aderito all’iniziativa quasi la metà degli esercenti, 43 su 76, e che soltanto nel mese di agosto (non ancora terminato) ne sono stati fatti ben 8mila. Significa circa 300 al giorno. Un incremento che trova spiegazione nella stretta del governo su spostamenti e partecipazioni a eventi privati - o sei vaccinato o devi avere un test che accerti la negatività al covid-19 – e che ha messo in crisi alcune farmacie incapaci di mantenere i ritmi di lavoro. Al punto che quella di Arabba, ad esempio, sta pensando di sospendere il servizio. 


VACCINI
Se i tamponi hanno avuto un boom nella stagione estiva, le vaccinazioni hanno subito invece un forte rallentamento e le farmacie sono partite con il freno a mano tirato. I motivi sono due. Primo: i drive-in vaccini, almeno in provincia di Belluno, hanno sempre funzionato molto bene. In un certo senso, bastavano. Le farmacie sono entrate in gioco per intercettare le persone più lontane ma anche quelle più dubbiose che il farmacista di fiducia avrebbe potuto convincere e rassicurare. Ed è qui che si innesca il secondo motivo che potremmo definire logistico. «La difficoltà riguarda i flaconi da 10 dosi – spiega il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa – La programmazione deve essere attenta, li devi fare in una giornata e molti disdicono. Quindi bisogna correre a cercare qualcun altro altrimenti perdi la dose». In un paesino di montagna, con pochi abitanti, non è sempre facile. Inoltre, la piccola farmacia (e nel Bellunese ce ne sono tante) si trova in una posizione abbastanza scomoda: o tiene aperta l’attività o vaccina. «Sono i problemi della montagna – sottolinea Grubissa – Ma da parte nostra rimane la piena disponibilità a vaccinare». 


L’ACCORDO 


Tamponi e vaccini non sono le uniche attività che gravano sui farmacisti. Occorre aprire un capitolo a parte sulla distribuzione dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale. Una parte di medicinali viene distribuita attraverso le farmacie ospedaliere e i servizi farmaceutici delle Ulss (distribuzione diretta). Ma c’è un accordo, tra Regione, Ulss e farmacie convenzionate, tale per cui i farmaci vengono acquistati a livello regionale, distribuiti per provincia e poi consegnati al paziente dalle farmacie territoriali aperte al pubblico (che ricevono una quota del compenso). Questa attività, negli ultimi 4 anni, è più che raddoppiata. Nel 2017 i farmaci distribuiti dalle farmacie convenzionate erano stati circa 44 mila per un valore di circa 368 mila euro. Nei primi sette mesi del 2021 hanno già raggiunto quota 95mila per un valore di 651mila euro. «Tale incremento – commenta la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti Maria Grazia Carraro – è stato sostenuto per assicurare al cittadino la possibilità di ritirare i farmaci in distribuzione diretta vicino a casa, in particolare nel periodo covid e dimostra l’impegno concreto dell’Azienda nel sostenere le farmacie del territorio». E aggiunge: «La nuova sfida è che le farmacie colgano l’occasione per trasformarsi in centri di servizi e presidio di prossimità, potenziando i servizi che offrono ai propri clienti». Diversa la posizione del presidente di Federfarma sull’incremento legato alla distribuzione dei farmaci: «È aumentato a causa del covid – ribatte Grubissa – Senza contare che su questo tema la nostra provincia era in ritardo rispetto a tutte le altre. Ci trovavamo anziani che dovevano fare chilometri e chilometri di strada o chiedere all’amico di essere accompagnati in ospedale. Siamo la provincia più estesa e meno popolata. C’è ancora molto da fare». 

 

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Il Gazzettino