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VENEZIA - La strategia anti covid a scuola prevede una lotta su più fronti, a cominciare dai tamponi direttamente in classe (o meglio, prima di entrarvi). L'Ulss 3, come ha annunciato il direttore generale Giuseppe Dal Ben ieri pomeriggio in un incontro con i sindaci del territorio dell'azienda sanitaria, da oggi è pronto a intervenire sul posto in caso di positività. Si deciderà come procedere in base al numero dei contagi e a una serie di condizioni che dovrà valutare la stessa Ulss: perché si possa parlare di focolaio, infatti, devono esserci almeno due casi in una classe. Le condizioni per poter operare con i tamponi sul posto sono che la scuola garantisca le autorizzazioni dei genitori e che ci sia una situazione logistica adatta: una sala, una palestra, un'aula magna consona a poter allestire un mini ambulatorio (ma con spazi comunque abbastanza ampi da evitare il rischio assembramenti). Funzionerà così: in una scuola si registra un caso di contagio che viene comunicato all'Ulss. A questo punto, direzione scolastica e direzione sanitaria valutano la miglior procedura (da attuare il giorno dopo, ovviamente, in modo anche da informare i genitori): se, cioè, proseguire con la strada del drive through (i test in modalità drive in al padiglione Rama dell'ospedale di Mestre) o se sia più conveniente il tampone sul posto. Al momento, in tutto il territorio dell'Ulss, i contagi a scuola sono circa una settantina. Un bilancio tutto sommato positivo, considerando l'estensione dell'area interessata e i numeri della popolazione scolastica. Si dovrebbe procedere, stando a quanto spiegato da Dal Ben ai primi cittadini, con due tipologie di tamponi, quelli ultra rapidi di nuovissima generazione, e quelli semirapidi. Entro una decina di giorni, inoltre, dovrebbero arrivare i test per l'autodiagnosi. Un ulteriore passo, quindi, in attesa di quello che dovrebbe essere la miglior difesa possibile contro la pandemia: il vaccino.
IL QUADRO La situazione generale, intanto, sembra avere metri diversi da istituto a istituto, mentre altri studenti di Venezia sono stati mandati al Rama di Mestre per eseguire i tamponi.
EMERGENZA Non è detto però che questa decisione possa modificarsi nel corso del tempo. Nulla di anomalo, però, dato che le linee guida dell'Ulss parlano chiaro. A comandare è infatti l'indagine epidemiologica, che avviene sui contatti stretti del tamponato positivo e individuati dalla legge. Pertanto una classe può non finire in quarantena, pur effettuando tamponi di monitoraggio, se l'indagine evidenzia che i contatti stretti escludano gli altri studenti, oppure quando ci siano garanzie sul rispetto delle norme anti-covid da parte dell'istituto. Una madre di un ragazzo che frequenta la prima allo Zuccante lamenta comunque scarsa comunicazione: «Abbiamo saputo di un caso positivo dall'interessato che l'ha comunicato ai compagni via chat domenica, prima che arrivasse l'informazione dalla dirigenza. Lunedì dalla scuola ci hanno detto di andare la mattina seguente al Rama per il tampone, assieme a noi però c'era gente che veniva da Murano, Burano e Lido, dato che c'era anche una classe dell'Algarotti in attesa. Attesa durata due ore». Una situazione di oggettiva difficoltà confermata anche dall'Ulss, che fa sapere che si è trattato di un'emergenza, dato che solitamente si tende a far eseguire il tampone nella sede più vicina. Però martedì, a causa di una serie di sovrapposizioni, per far fronte alle necessità si è dovuto ricorrere alle aperture di due postazioni aggiuntive, una delle quali anche all'ospedale Dell'Angelo.
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