«Un caso nella classe di mio figlio, ma per fare il test servono 9 giorni»

«Un caso nella classe di mio figlio, ma per fare il test servono 9 giorni»
MESTRE - «Il giorno di Natale dall'Ulss siamo stati avvisati che nella classe di mio figlio c'era un caso di positività, quindi di isolarlo ma che...

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MESTRE - «Il giorno di Natale dall'Ulss siamo stati avvisati che nella classe di mio figlio c'era un caso di positività, quindi di isolarlo ma che l'appuntamento per il tampone era fissato per il 3 gennaio». E' una delle tante testimonianze del caos che negli ultimi giorni sta caratterizzando i centri tamponi di tutta la provincia. Aumentano i contagi e crescono le richieste di test. Ma ovunque si stanno registrando code e proteste degli utenti esasperati dai tempi di attesa sempre più lunghi. Disagi sono stati segnalati anche nei punti tampone in modalità drive-through (accedendo restando seduti a bordo dell'auto) dell'Ulss 3 Serenissima come in piazzale Giustiniani a Mestre. Problemi sono stati segnalati a Noale in piazzale Bastia ma anche a Dolo.


INTERVIENE LA POLIZIA

E ancora, nella parte opposta del territorio, nell'area di competenza dell'Ulss 4, a San Donà dove lunedì scorso è dovuta perfino intervenire la Polizia locale. E ancora a Jesolo, dove il centro tamponi è aperto solo fino alle 13 tanto che molti utenti al pomeriggio si riversano su San Donà appesantendo una macchina già carica di lavoro e richieste di test. Tante le storie segnalate dagli utenti, a partire dall'accorata lettera scritta da una mamma di Mestre che ha segnalato tutta la frustrazione della famiglia per il fatto che il figlio dovrà trascorrere le feste natalizie in quarantena. «Il giorno di Natale ha scritto la donna ci è stato comunicato un caso di positività nella classe di mio figlio. Allo stesso tempo però ci è stato detto che l'appuntamento per il tampone è fissato per il 3 gennaio, dunque di mettere in quarantena il piccolo. Ma come possiamo fare fino a quel giorno? Non c'erano davvero altre possibilità per anticipare il test?». Emblematiche anche le vicende di tanti genitori con i figli piccoli, anche di 1 anno, che a fronte di alcuni potenziali sintomi, sono rimasti in coda all'esterno, dunque al freddo, con i piccoli, per cercare di fare il tampone. Praticamente similare la situazione tra Jesolo e San Donà dove le proteste sono ormai all'ordine del giorno. Lunedì pomeriggio al centro tamponi della città del Piave la coda degli utenti superava i 500 metri e ad un certo punto è dovuta perfino intervenire la Polizia Locale. Addirittura tra chi era in coda l'attesa è stata anche di 4 ore. «Ma solo per arrivare all'accettazione riferisce un utente poi con un'altra mezzora ho potuto fare il tampone. Il problema è che all'accettazione ci sono solo due addetti, troppo pochi per la mole di persone che si presenta per fare il test. Un altro problema è l'assenza di informazioni tra chi è in coda, servirebbe qualche volontario in più per agevolare gli accessi».


LITIGI TRA GLI UTENTI

I problemi non sono mancati nemmeno ieri pomeriggio, quando tra la gente in coda la tensione è salita e degli utenti hanno iniziato a litigare tra di loro. Un' altra criticità evidenziata sono invece gli appuntamenti riservati alle scuole. «Bloccano l'attività dei centri tamponi dicono altri utenti la gente è in coda da ore e ad un certo punto si vede passare avanti gli studenti. Vanno previste altre modalità, anche perché è davvero pesante rimanere in coda per ore al freddo, magari con sintomi, febbre compresa». Code e proteste ieri mattina non sono mancate nemmeno al centro tamponi di Jesolo: «Eravamo tutti ammassati dice E.S. ad un certo punto ci hanno detto che il punto tamponi chiudeva e siamo stati dirottati a San Donà dove abbiamo dovuto fare da zero la coda. Dopo ore di coda è stato frustrante, oltre che un disagio notevole».

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Il Gazzettino