L'aeroporto di Venezia? «È diventato un tamponificio, soprattutto nei festivi»

Due centri messi a disposizione dal Marco Polo e gestiti da studi medici privati

L'aeroporto di Venezia? «È diventato un tamponificio, soprattutto nei festivi»
MESTRE - Aeroporto? Certo. Ma anche, nei giorni festivi, soprattutto questi tra Natale e Capodanno, tamponificio del Veneziano. Benvenuti al Marco Polo di Tessera dove capita che...

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MESTRE - Aeroporto? Certo. Ma anche, nei giorni festivi, soprattutto questi tra Natale e Capodanno, tamponificio del Veneziano. Benvenuti al Marco Polo di Tessera dove capita che nei giorni segnati in rosso sul calendario si riversino frotte di veneziani in cerca di un tampone, certi di trovare risposta nei due centri messi a disposizione dal Marco Polo, gestiti da studi medici privati (quello esterno, in corrispondenza del parcheggio 4, da Set e quello interno al terminal portato avanti dal lavoro del Centro di Medicina e di Villa Salus) e aperti sette giorni su sette quasi a tutte le ore del giorno a differenza degli studi privati.


«Noi come aeroporto in realtà ci sentiamo degli eroi - spiega Monica Scarpa, amministratore delegato del Gruppo Save - facciamo un servizio offerto ai viaggiatori ma dove possiamo ci superiamo e aiutiamo le esigenze della popolazione, soprattutto in un momento critico come questo». Capita allora, come successo domenica, che al Marco Polo siano costretti a intervenire perfino i carabinieri, chiamati a sedare le ira di una famiglia di veneziani residenti in Svizzera, rimasti a terra dal loro volo per la troppa coda di richiedenti tamponi. Punto di caduta di una situazione che si ripete ciclica nei giorni di festa con i centri di tampone privati chiusi e con quelli dell'Ulss ormai destinati solo a chi è in possesso di una ricetta medica o è stato convocato dal Sisp per il tracciamento dei contatti di positivi. «Purtroppo nei festivi e nelle domeniche soprattutto si riversano da noi tutti quelli che non hanno trovato spazio in farmacie, nei centri privati o in altri posti - continua l'ad del Gruppo Save - Non ci tiriamo indietro, ci facciamo carico di dare servizio alla popolazione e non solo ai viaggiatori, lo facciamo dove lo riteniamo possibile».


L'episodio di domenica, l'arrivo dei carabinieri e l'aereo perso, però, si inscrive in una congiuntura particolare. «La famiglia che ha perso l'aereo si è presentata al tampone con pochissimo anticipo rispetto al volo, diciamo che sono stati un po' poco prudenti - puntualizza Scarpa - Sono arrivati nemmeno due ore prima del volo e dovevano fare tutto. Ci sono valanghe di informazioni sui nostri siti e c'è anche la possibilità di prenotazione: è stato un caso sporadico. Non solo, il centro di medicina che opera da noi, se contattato, dice al richiedente se è meglio farlo in aeroporto o vicino allapropria residenza, soprattutto nel caso dei molecolari».


Tant'è: di festa e di domenica, l'aeroporto viene preso d'assalto anche da chi non ha in mano un biglietto aereo. Domenica sono stati circa 700 i tamponi fatti «Durante queste vacanze nei giorni festivi le farmacie erano chiuse e c'è stato un picco di positività - conclude - Le persone hanno difficoltà a fare un tampone e vanno dove è sempre aperto. Noi cerchiamo di farli, ma non possiamo sopperire alle altre carenze».

 

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Il Gazzettino