Le imprese puntano sul green, ma non trovano personale: a Nordest mancano 687mila lavoratori

Mancano lavoratori
VENEZIA - La transizione energetica è in pieno sviluppo ma soprattutto nel Nordest si fa fatica a trovare la manodopera adatta. Secondo uno studio di Confartigianato, nel...

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VENEZIA - La transizione energetica è in pieno sviluppo ma soprattutto nel Nordest si fa fatica a trovare la manodopera adatta. Secondo uno studio di Confartigianato, nel 2022 in Italia sono state richieste competenze green per 1.472.790 assunzioni nelle micro e piccole imprese, che corrispondono al 44,7% delle entrate totali dello scorso anno (3,3 milioni). Ma non si sono trovati 687mila lavoratori con i profili professionali specifici necessari a far compiere il salto di qualità alle aziende. La difficoltà di reperimento di personale con un marcato orientamento al risparmio energetico e al minore impatto ambientale è stata più elevata in Trentino Alto Adige (56,3%), Friuli Venezia Giulia (53,8%) e Veneto (52,9%). Un problema soprattutto di formazione che è generale.

Nell'Unione Europea più di una Pmi su tre fatica infatti a trovare personale "green" e, quindi, a completare il percorso di transizione energetica. Difficoltà che riguarda il 38,9% delle piccole e medie imprese europee, con punte del 44,9% in Francia, del 42,9% in Italia e del 39,4% in Germania. Secondo la rilevazione che Confartigianato ha condotto in vista della prima edizione nazionale della Settimana per l'energia e la sostenibilità, in programma dal 23 al 27 ottobre (10 eventi previsti in Veneto nelle varie provincie), la domanda di personale con elevate competenze "verdi" è risultata in forte crescita nel 2022, più 20,5% rispetto al 2021.

SETTIMANA DELL'ENERGIA
«La nostra iniziativa - ha spiegato il presidente della Confartigianato Marco Granelli - vuole essere un'occasione di confronto a tutto campo con le imprese, le istituzioni e gli esperti di fattori ambientali, sociali e di governance. L'obiettivo è quello di individuare le traiettorie di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Confartigianato vuole illustrare, attraverso il lavoro sul campo, le migliori esperienze realizzate dalle aziende di tutti i settori, presenteremo strumenti ad hoc di misurazione della sostenibilità delle micro e piccole imprese. Verrà anche lanciata una proposta di confronto con gli interlocutori istituzionali, anche per individuare strumenti di finanza sostenibile e di accesso agevolato al credito».
«Per troppo tempo gli ecosistemi imprenditoriali urbani e i distretti produttivi hanno pensato di poter galleggiare su territori spesso trascurati - il commento di Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto -. Il declino sta alimentando la contrapposizione tra centri urbani proiettati verso il futuro e le "periferie" che si sentono ricacciate nel passato. La decarbonizzazione può essere l'occasione per invertire questo trend pericoloso e iniquo perché un'economia a emissioni zero è in prima di tutto un'economia decentrata. Ma pochi imprenditori hanno capito che si sta formando una nuova domanda spinta dalla sostenibilità, dove gli artigiani possono essere protagonisti».


«Oggi il 66% dei piccoli imprenditori è impegnato per ridurre l'impatto ambientale, ma è uno sforzo che va accompagnato da politiche e interventi per favorire la transizione energetica e ambientale - ha avvertito Granelli -. Bisogna eliminare la burocrazia che, per esempio, ostacola la creazione delle Comunità energetiche, sbloccare gli incentivi, come quelli per favorire l'autoproduzione di energia previsti nei progetti non attuati del Pnrr, e infine è necessario individuare strumenti di finanza sostenibile e accesso agevolato al credito».
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Il Gazzettino