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CAMPAGNA LUPIA - Tre mesi di carcere ad un artigiano di Campagna Lupia per avere omesso la tenuta della contabilità documentale di una società svizzera dichiarata fallita. Secondo l’accusa, prima del fallimento, l’uomo sarebbe riuscito a detrarre da una società a lui intestata una cifra pari a 300mila euro. La notifica della condanna è stata consegnata nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Lugano al 55enne rivierasco A.B. L’uomo è letteralmente caduto dalle nuvole. Anzi, per usare una frase fatta, “non ci ha capito un tubo”. L’idraulico campagnalupiese non solo non ha mai aperto alcuna attività in Svizzera, ma durante tutta la sua vita in tale stato neppure ci ha mai messo piede. Che fosse rimasto vittima di una truffa è apparso subito chiaro, ma per riuscire a trovare il bandolo della matassa si è dovuto rivolgere ad un legale.
La scelta è caduta sull’avvocato rivierasco Pascale de Falco, che dopo avere presentato opposizione scritta alla condanna, ha successivamente fissato un incontro con il Pubblico Ministero svizzero del Canton Ticino che ha emesso il decreto. Il confronto è avvenuto nella mattinata di martedì scorso presso la sede della Procura di Lugano. Secondo l’accusa, l’idraulico di Campagna Lupia avrebbe prima aperto una società presso la sede di un notaio del posto e poi, con tale documentazione, sarebbe riuscito ad iscrivere una società nel registro della locale Camera di Commercio, successivamente fallita.
I documenti presentati dal truffatore, presumibilmente italiano, erano tutti intestati all’artigiano di Campagna Lupia.
Il Gazzettino