TREVISO Il virus dell’insalata di alghe colpisce anche nella zona di Treviso. Due persone si sono sentite male dopo aver mangiato del sushi: nausea, vomito, diarrea e...
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LA PREOCCUPAZIONE
In seguito a casi simili registrati in Spagna, è stata diramata un’allerta internazionale. L’insalata di alghe viene prodotta in Oriente. A quanto pare è stata contaminata all’origine. In Europa sono arrivate tonnellate di queste alghe. I ristoranti si limitano a servirle, dato che sono dei piatti già pronti. L’unica soluzione è gettare tutta la partita in questione. Il numero del lotto e il nome dell’importatore sono stati segnalati. Ai titolari dei locali che servono pesce crudo è stato comunicato di non portare in tavola questa insalata di alghe. «La tipologia di cibo è autorizzata – mette in chiaro Sandro Cinquetti, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Usl della Marca – a posteriori, però, queste alghe si sono rivelate problematiche. Non resta che sospenderne l’utilizzo». Ma a quanto pare è complicato farle sparire del tutto. «Al momento non possiamo escludere che emergano nuovi casi» allarga le braccia Cinquetti. Pure perché alcune persone potrebbero aver attraversato l’infezione senza rivolgersi a un medico, aumentando così i rischi di contagio.
IL PROBLEMA
Il Norovirus, infatti, non si trasmette solo attraverso il cibo contaminato. Può passare anche attraverso il semplice contatto con una persona infetta, come accaduto nella zona di Conegliano e Vittorio Veneto. E’ altamente infettivo. Non servono per forza contatti prolungati per sviluppare l’infezione. L’Usl continua i controlli sui ristoranti che propongono sushi. Ad oggi non sono emersi altri problemi. Vista l’eccezionalità del focolaio, però, la stessa azienda sanitaria ha inoltrato una segnalazione alla Regione e all’Istituto superiore di sanità. I campioni prelevati dalle persone contagiate e l’estratto del codice genetico evidenziato dalla Microbiologia sono stati spediti a Roma assieme a un campione di alghe dalle quali è stato isolato il Norovirus. «Data la loro persistenza nell’ambiente, che ne permette la replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale – avvertono su Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica – i Norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli».
LA STORIA
Scoperti nel 1972, rappresentano uno tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica. Costituiscono un nuovo problema nel campo della sicurezza alimentare. I più importanti episodi epidemici registrati nel mondo sono stati associati al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie. Il periodo di incubazione del virus è compreso tra le 12 e le 48 ore. Mentre l’infezione dura fino a due giorni e mezzo. I sintomi sono quelli comuni alle gastroenteriti: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali. A cui si aggiunge la febbre. Non sono previste terapie specifiche in caso di contagio. L’unico suggerimento è di bere molto per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea. Il pericolo maggiore arriva proprio dalla disidratazione, che può rappresentare una complicazione seria in particolare per i bambini, gli anziani e le persone con problemi a livello metabolico e cardiocircolatorio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino