Supermercati, racket furti: 40 euro al giorno per rubare su commissione

Supermercati, racket furti: 40 euro al giorno per rubare su commissione
TREVISO «Ti può anche andare bene, guadagnare 40 euro al giorno. Fino a quando non ti beccano, ovvio». E cosa ti fa guadagnare 40 euro senza troppi sforzi?...

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TREVISO «Ti può anche andare bene, guadagnare 40 euro al giorno. Fino a quando non ti beccano, ovvio». E cosa ti fa guadagnare 40 euro senza troppi sforzi? Vendere al mercato nero generi alimentari, piccoli oggetti elettronici, biciclette, qualche capo di vestiario oppure quello che capita, basta che sia di qualità e rubato. La lista sarebbe lunghissima, come sterminato è il numero di beni richiesto. Treviso, città ricca e benestante, con negozi e supermercati straboccanti di ogni cosa, è diventata una sorta di crocevia di questo commercio sotterraneo, di cui nessuno sa nulla. Solo ogni tanto qualcosa emerge quando le forze dell'ordine beccano uno sbandato, sia italiano che straniero, che tenta di guadagnare qualcosa con i taccheggi.

LA TESTIMONIANZA Entrando in questo mondo parallelo fatto di miseria, disperazione ed emarginazione, si scopre che di lasciato al caso c'è molto poco. Il mercato nero si basa su un'organizzazione rigorosa. E per capirlo è sufficiente parlare con chi c'è passato, come Marco (nome di fantasia), trentenne italiano che si sta ricostruendo una vita attraverso il lavoro. Ma che non dimentica il suo passato: «C'è un mercato, anche a Treviso, gestito da romeni e moldavi - racconta - comprano di tutto, pagando pochi euro. Poi portano la merce all'estero, nei loro paesi o comunque nell'est europeo e nei Balcani, dove si rivendono tutto a prezzi maggiorati. E ci fanno grossi guadagni».

COME FUNZIONA Il meccanismo è molto semplice. Emissari di queste organizzazioni battono il territorio, in questo caso Treviso e zone limitrofe, alla ricerca delle persone giuste. Si focalizzano soprattutto su senza fissa dimora, sbandati che hanno i giardinetti come casa, persone senza niente e che sono disposte a rischiare qualcosa per pochi euro. Li avvicinano e propongono piccoli affari: «Nemmeno tanto piccoli - precisa Marco - arrivano con vere e proprie liste della spesa. E ci mettono dentro di tutto. Nel campo degli alimentari vogliono soprattutto caffè di marca, tonno, pasta e cose facilmente trasportabili. Da noi costano poco, nei loro paesi sono invece molto richiesti e li rivendono a prezzi maggiorati. Faccio un esempio: se una scatoletta di tonno qui costa un euro, loro la rivendono a un euro e mezzo o anche due. Loro ci guadagnano, chi taccheggia non ha comunque niente da perdere perché non ha proprio niente. E comunque vive alla giornata. Io conosco bene il sistema, gli vendevo le biciclette rubate in città».

BECCATO Tutta la merce viene caricata su furgoni o macchine e portata all'estero. Viaggi che si ripetono costantemente, ogni settimana. E così si alimenta un mercato nero molto florido, che tocca anche altro come l'oro rosso, il rame che viene rubato fin nei cimiteri da persone però specializzate. Per il resto basta qualcuno in grado di rompere un lucchetto per portare via una bicicletta o con sufficiente abilità per entrare in un supermercato e prendere di mira gli scaffali. Un po' quello che faceva il 23enne bergamasco acciuffato dalla Polizia sabato scorso mentre nascondeva ottanta scatolette di tonno dietro un cespuglio a Sant'Antonino. Una volante di passaggio lo ha notato fermandolo per un controllo. Non c'è voluto molto a scoprire la refurtiva ancora perfettamente custodita nelle confezioni originarie e scoprire anche una serie di precedenti che lo dipingono come uno specialista del settore. Quelle scatolette sul mercato ordinario avrebbero un valore di circa 150 euro, lui ne avrebbe guadagnato forse la metà, chi invece se le fosse portate a casa inserendole nei soliti giri forse ne avrebbe intascati il doppio.


I RIFIUTI Altro mercato fiorente è quello dei furti nei Cerd ben noto a Contarina. In questo caso vengono impiegati soprattutto richiedenti asilo, che aspettano il momento giusto per rovistare nei cassoni e portarsi via gli elettrodomestici gettati. Una volta fatti smontati, le singole componenti vengono rivendute sempre ai soliti personaggi e poi prendono la via della Romania e della Moldavia. E anche qui sono guadagni assicurati per tutti. E gli unici a rischiare sono gli ultimi anelli della catena, quelli che più di frequente finiscono nella rete dei controlli.
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Il Gazzettino