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In difficoltà a causa della crisi, con una madre invalida da accudire, finito in cassa integrazione e quindi in una situazione economica non delle migliori. Il protagonista della storia, non bastasse il quadro appena descritto, è stato beffato un’altra volta ed è rimasto vittima di un caso-limite riguardante il Superbonus 110 per cento.
LA STORIA
Il lavoratore che ha svelato la sua storia si trova attualmente in cassa integrazione.
LA CASISTICA
I condomini si trovano poi a dover versare anticipatamente alle ditte cifre che vanno dal 6 all’8 sino al 12% dei lavori, attraverso contrattazione privata, senza una precisa motivazione. Mentre si ricorda che la normativa del 110% prevede la totale gratuità dei lavori per il committente. Altra spina nel fianco sono i costi dei professionisti incaricati di perizie e studi di fattibilità, tutti diversi tra loro e in alcuni casi piuttosto esosi, e per la presentazione della Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata) che doveva essere inoltrata entro il novembre 2022. In questo caso le cifre richieste vanno da 500 sino a 20mila euro. A pochi mesi dallo scadere dell’agevolazione fiscale si è scatenato il caos: da un lato ci sono i condomini che cercano di fare il possibile per non perdere il treno del Superbonus; dall’altro i general contractor e le ditte appaltatrici che voglio guadagnarci il più possibile. E c’è anche chi in cambio dei lavori impegna il condominio per 10 anni a continuare a pagare la bolletta di riscaldamento con le cifre odierne, nonostante il risparmio energetico che deriverà dalla riqualificazione, per ottenere un lauto guadagno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino