Usa il Superbonus per sistemare la casa e accudire la madre malata, ma perde i soldi senza vedere i lavori

Un cantiere
In difficoltà a causa della crisi, con una madre invalida da accudire, finito in cassa integrazione e quindi in una situazione economica non delle migliori. Il protagonista...

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In difficoltà a causa della crisi, con una madre invalida da accudire, finito in cassa integrazione e quindi in una situazione economica non delle migliori. Il protagonista della storia, non bastasse il quadro appena descritto, è stato beffato un’altra volta ed è rimasto vittima di un caso-limite riguardante il Superbonus 110 per cento. 


LA STORIA


Il lavoratore che ha svelato la sua storia si trova attualmente in cassa integrazione. Voleva sistemare il piano terra della sua abitazione per trasferirvi la madre invalida. In quel modo, riqualificando gli ambienti, stato più facile accudirla. Per questo il pordenonese aveva scelto la strada del Superbonus, che consente di anticipare una modica cifra e di far partire il cantiere interamente rimborsato dallo Stato. Invece i lavori non sono mai stati fatti e l’uomo si è ritrovato con la casa sventrata (di fatto inutilizzabile) e ha pure perso i 5mila euro che aveva anticipato. In suo aiuto e di chi si trova nella sua situazione interviene l’Adoc di Pordenone, neonata associazione a tutela dei consumatori, che si è già trovata a fare i conti con diversi casi legati alla comprensione dei contratti  d’appalto, che spesso non riportano né i massimali di spesa e neppure l’elenco dei lavori per ottenere il salto di due classi energetiche. 


LA CASISTICA


I condomini si trovano poi a dover versare anticipatamente alle ditte cifre che vanno dal 6 all’8 sino al 12% dei lavori, attraverso contrattazione privata, senza una precisa motivazione. Mentre si ricorda che la normativa del 110% prevede la totale gratuità dei lavori per il committente. Altra spina nel fianco sono i costi dei professionisti incaricati di perizie e studi di fattibilità, tutti diversi tra loro e in alcuni casi piuttosto esosi, e per la presentazione della Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata) che doveva essere inoltrata entro il novembre 2022. In questo caso le cifre richieste vanno da 500 sino a 20mila euro. A pochi mesi dallo scadere dell’agevolazione fiscale si è scatenato il caos: da un lato ci sono i condomini che cercano di fare il possibile per non perdere il treno del Superbonus; dall’altro i general contractor e le ditte appaltatrici che voglio guadagnarci il più possibile. E c’è anche chi in cambio dei lavori impegna il condominio per 10 anni a continuare a pagare la bolletta di riscaldamento con le cifre odierne, nonostante il risparmio energetico che deriverà dalla riqualificazione, per ottenere un lauto guadagno.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino