Vittima del Superbonus. «Lavori di casa bloccati: adesso vivo in affitto»

La casa di Montebelluna bloccata dal Superbonus
MONTEBELLUNA - Costretto a vivere in affitto, con la casa inagibile, per colpa del Superbonus. Non solo le persone che hanno stipulato dei contratti con Casa zero sono finite in...

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MONTEBELLUNA - Costretto a vivere in affitto, con la casa inagibile, per colpa del Superbonus. Non solo le persone che hanno stipulato dei contratti con Casa zero sono finite in un mare di guai legati a quello che, all’inizio, sembrava un regalo piovuto dal cielo. Una sorte analoga è toccata anche a proprietari che si sono affidati ad altre ditte. È il caso di D.D.A e della sua famiglia, alle prese con una situazione incredibile. «Vivo in affitto a 500 euro al mese -racconta il montebellunese- e da più di due anni pago il mutuo di 740 euro per una casa ancora inagibile poiché il 110 non é stato ancora completato. La casa è ancora senza infissi e senza pompa di calore/fotovoltaico».

LA SITUAZIONE

In questa situazione l’unica possibilità è rappresentata da un contributo del privato stesso. «Adesso dovrò spendere circa 30mila euro per la cessione del credito dall’azienda verso una finanziaria dato che l’azienda stessa non ha i fondi in quando a suo dire bloccati nel cassetto fiscale. Sono soldi che i parenti hanno dovuto raccogliere per me e la mia famiglia con una colletta». Eppure, il caso in questione non riguarda una persona che ha siglato l’accordo per il superbonus negli ultimi mesi. «Il contratto con l’azienda di Vicenza -racconta il proprietario- fu stipulato in tempi non sospetti, circa due anni fa. Da allora sono stati solo tormenti e pressioni verso l’azienda che doveva svolgere i lavori». E che, come motivi del rinvio, ha addotto ora i problemi legati al Covid, ora il costo dei materiali, ora quello delle materie prime. Fino a tempi recentissimi. «Meno di un mese fa -dice ancora il proprietario- mi chiamano a Vicenza per un incontro chiedendo soldi per “cessione del credito” per poter portare a casa i lavori essenziali per la vivibilità dell’immobile. Il pretesto è sempre stata la legislazione statale altalenante in materia. Ora sto per fare il bonifico dei soldi richiesti e, nonostante tutto, quest’azienda non mi fornisce né tempistiche, né altro. Anche se sanno bene il nostro stato di necessità».

LA RIFLESSIONE

La morale della favola risulta, secondo il proprietario, molto triste: «Coloro che avevano già i soldi liquidi per pagare per intero il 110 si sono arricchiti ulteriormente del 10%, io che avevo molte più necessità degli altri devo vendere un rene per vedere effettuati i lavori essenziali». E chiude: «Abbiamo due figli a carico, io ho un lavoro a tempo determinato, già una cessione del quinto in essere e un prestito per completare i lavori interni. Noi siamo allo stremo, grazie allo Stato e alle furberie delle aziende. Quello che dirò ai miei nipoti sarà: “Non fidatevi mai del ladro più affamato che esista, l’amministrazione pubblica». 

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Il Gazzettino