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VENEZIA - Superbonus, sarebbero circa 30-40 le imprese consorziate Cna edili in grave difficoltà e addirittura a rischio chiusura. Numeri che spaventano l’economia provinciale, perché i risvolti sarebbero tragici dal punto di vista lavorativo, fino a sboccare nel sociale: famiglie senza lavoro che devono tirare avanti e non sanno come fare. La scelta di bloccare le cessioni del credito stabilita dal governo (che ora sta cercando la strada per evutare impatti devastanti) spaventa gli artigiani, ma anche le famiglie. Perché se da un lato il rischio fallimento o blocco dei cantieri frena l’attività aziendale, dall’altro la situazione potrebbe esser difficoltosa anche per le famiglie che si troverebbero “a metà del guado”.
L’ANALISI
Il presidente metropolitano dell’associazione degli artigiani non va per il sottile e definisce il blocco delle cessioni dei crediti: «Una ghigliottina per imprese e lavoratori». Mauro Geretto prosegue chiedendo un passo indietro, altrimenti i rischi che potrebbero realizzarsi non sarebbero di poco conto: «La categoria nelle ultime settimane chiedeva a gran voce all’esecutivo di sbloccare il mercato dei crediti, da tempo ingolfato e incapace di funzionare efficacemente, magari col ricorso alla cartolarizzazione», spiega.
IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI
Il provvedimento proprio non va giù a Geretto che prosegue nella sua disamina facendo riferimento anche agli enti locali: «E poi è davvero incredibile che ci si dimentichi delle imprese che hanno i crediti d’imposta bloccati che non riescono a cedere, e che addirittura si vieti agli enti locali di attivarsi a riguardo: da parte delle varie amministrazioni in questi mesi c’è stato un impegno lodevole per contribuire a far fronte ai crediti incagliati, e iniziative del genere andavano al contrario incoraggiate». Altra riflessione riguarda il patrimonio immobiliare e la sua evoluzione, in un periodo storico in cui l’energia e il gas subiscono impennate: «Questo decreto spezza bruscamente anche il percorso virtuoso che si era avviato verso l’obiettivo della riqualificazione energetica degli immobili e della messa in sicurezza del nostro patrimonio costruito». L’auspicio di Geretto, e con lui di tutto il mondo dell’edilizia, è che ci sia un passo indietro, o almeno qualche ammortizzatore per una caduta libera che rischia di esplodere gravemente: «Dopo una cancellazione operata in modo tanto traumatico ora sembra esserci qualche segnale di apertura dell’esecutivo. Tuttavia la situazione resta gravissima e non ha bisogno di palliativi: urgono risposte concrete in tempi brevi per i crediti bloccati, che non possono essere acquistati a prezzi stracciati approfittando del bisogno di liquidità delle imprese, e soluzioni efficaci e condivise che non facciano pagare un prezzo davvero spropositato al settore, ai cittadini e all’ambiente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino