In Veneto arriva il super tampone: dà il risultato subito ma può anche essere processato come i molecolari

In Veneto arriva il super tampone: dà il risultato subito ma può anche essere processato come i molecolari
TREVISO - Un super-test capace di dimezzare le operazioni necessarie per individuare i contagi da coronavirus. È il tampone di quarta generazione sperimentato nel centro di...

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TREVISO - Un super-test capace di dimezzare le operazioni necessarie per individuare i contagi da coronavirus. È il tampone di quarta generazione sperimentato nel centro di Microbiologia dell'ospedale di Treviso. Un due in uno: lo stesso tampone può dare una risposta immediata, fungendo da test rapido, e poi essere processato in biologia molecolare, per confermare un'eventuale positività. Lo strumento è già stato validato. E a breve, assieme ai test fai-da-te, potrebbe aprire una nuova frontiera nella caccia al Covid. «È stato definito antigene di laboratorio spiega Elisa Vian, responsabile della Biologia molecolare del Ca' Foncello proprio perché può fungere sia da test rapido che da test molecolare». 


Dottoressa Vian, come procede il lavoro nell'unità di Microbiologia? 
«Il ritmo è calato rispetto a qualche settimana fa. Ad oggi processiamo circa 2mila tamponi al giorno, tra la conferma delle positività, i controlli di fine quarantena, i controlli sui pazienti che vengono ricoverati e quelli sul personale sanitario, che viene sempre sottoposto a screening periodici». 


Emergono contagi anche tra le persone già vaccinate? 
«Può succedere. Ma stiamo parlando di una quota bassissima. Tra gli oltre 2mila dipendenti dell'ospedale, ad esempio, ci sono stati una decina di casi. E nelle case di riposo la soglia è ancora più bassa. A livello generale stiamo parlando di qualcosa come lo 0,01% dei casi». 


Il punto fondamentale è che il vaccino anti-Covid praticamente blocca lo sviluppo della malattia? 
«Esattamente. I casi di positività nelle case di riposo, dove sono emersi dei piccoli focolai, non hanno portato a sintomi importanti. Anzi, a volte le persone si sono negativizzate già nel giro di tre o quattro giorni. Davanti a situazioni del genere, comunque, l'attenzione è massima. Per ogni tampone con esito positivo su persone che sono state vaccinate da una parte andiamo a misurare le risposta anticorpale e dall'altra procediamo con il sequenziamento tramite l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per vedere se ci sono delle varianti non coperte dal vaccino stesso».


Ne avete trovate? 
«Per ora nessuna. L'unica variante è sempre quella inglese, ormai diventata predominante. Ad oggi rappresenta tra l'87 e il 90 per cento del totale dei contagi da coronavirus nel nostro territorio. Non abbiamo trovato altre varianti. La sorveglianza è continua e viene portata avanti anche attraverso il sequenziamento di campioni raccolti a random tra quelli risultati positivi. L'invio dei campioni all'Istituto zooprofilattico è periodico. Il prossimo è previsto per martedì». 


E cosa sta emergendo dalle indagini per misurare la presenza di anticorpi dopo la vaccinazione?
«Nei grandi anziani, verso i cent'anni, a volte è emersa una risposta anticorpale meno importante, che può portare a delle reinfezioni. È un aspetto che non va trascurato, soprattutto in caso di contatti con alte cariche virali. Come detto, però, in questo momento l'incidenza di casi simili è davvero estremamente bassa». 


Oltre al coronavirus, state individuando altre malattie infettive? 


«L'influenza stagionale è praticamente sparita. Di fatto è stato saltato un anno. Su oltre 300 tamponi nasali, non l'abbiamo mai trovata. L'ultimo test positivo per l'influenza stagionale risale agli ultimi giorni di febbraio del 2020. Sono invece emersi dei Rhinovirus, che sostanzialmente danno origine al comune raffreddore».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino