La suore di clausura regalano il presepe alla badante musulmana

La suore di clausura regalano il presepe alla badante musulmana
Ramandan davanti le grate della clausura, perché rispetto e integrazione passano anche dal convento. E se l’islam entra nel monastero, le sette suorine che lo abitano...

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Ramandan davanti le grate della clausura, perché rispetto e integrazione passano anche dal convento. E se l’islam entra nel monastero, le sette suorine che lo abitano scambiano pensieri e piccoli doni, come un minuscolo presepe per il Natale, con chi chiama dio Allah.


Lo racconta Maria Gabriella, madre superiora delle vergini eremite francescane di via Cavalletto, non lontano da Prato della Valle. «Qui viene a trovarci una signora musulmana - dice -. Assisteva la sorella di una nostra suora. L’abbiamo conosciuta così. E anche ora che quell’anziana che curava non c’è più, ci fa visita. Parliamo insieme del dio che non ci abbandona mai. Un giorno l’abbiamo vista stanca e accaldata. Le abbiamo offerto una bibita fresca. Gentilmente l’ha rifiutata. È il ramadan - ci ha spiegato - non posso. Ha rispettato il suo digiuno qui da noi, in convento. A lei ho regalato un piccolo presepe che abbiamo realizzato. Religioni diverse, certo, ma tanti aspetti si incontrano nell’amore del Signore».

Sette suore nell’antico edificio di San Bonaventura, diventato ormai troppo grande per la comunità. Solitudine, silenzio, preghiera regolano la vita delle religiose. E il mondo in fiamme fuori del monastero, Parigi insanguinata, la paura e la diffidenza verso chi si dice islamico, e ora anche il clamore sulle tradizioni natalizie censurate in nome della tolleranza? «Abbiamo saputo degli attentati dal cappellano durante la messa il giorno dopo la strage - ricorda Maria Gabriella -. Ci ha dato anche un quotidiano ed è bastato leggere un titolo per capire cosa fosse accaduto. Il dolore è grandissimo».

Lodi e meditazione, rosario e vespri. La guerra, il suo rifiuto, è anche nelle orazioni di queste suorine. «Ci rivolgiamo a Dio perchè cessi il male. E soprattutto preghiamo perchè rispondere alla violenza con la violenza è la cosa peggiore. Ma il cuore dell’uomo è un mistero ed è difficile capire il perchè di questi attentati. Si sa che si tratta di cellule che non danno tregua a nessuno. Eppure preghiamo perchè possano trasformarsi in apostoli del Signore».


Clausura per le sette suore, ma accoglienza per tutti. Come per la badante musulmana. «Parliamo tanto di religione - dice ancora Maria Gabriella - e senza difficoltà. Ci aiutiamo, come con tutti gli altri che ci vengono a trovare. Sì, ho regalato a lei quel piccolo presepe che abbiamo realizzato in convento». Messaggio di pace e di rinascita, le stesse parole che le vergini eremite si sentono ripetere da chi domanda preghiere per ritrovare la famiglia, la salute, il lavoro, la serenità. «Se ora ho un messaggio da dare è questo: pregate perché non si risponda alla violenza con altra violenza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino