Pierina, la suora degli ultimi: era l'anima della mensa dei poveri

Suor Pierina Re Sarto vista da Matteo Bergamelli
Pierina Re Sarto (1922-2014) - suora, amica dei poveri Perfino nei suoi ultimi giorni, nella comunità per religiose...

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Pierina Re Sarto (1922-2014) - suora, amica dei poveri


Perfino nei suoi ultimi giorni, nella comunità per religiose dove si era ritirata da quattro anni, quando intravvedeva qualche persona di passaggio nei corridoi pensava di riconoscere i “suoi” volontari della comunità-mensa di Betania, a Venezia, e chiamandoli per nome li spronava dicendo: “Avanti, avanti, che fra poco entrano gli ospiti”. Aveva quasi 92 anni, e per chi ebbe modo di conoscerla ciò non può costituire una sorpresa. Perché suor Pierina fu una donna del fare, che era poi un tutt'uno col suo essere una religiosa.

Quella di Maria Pierina Re Sarto fu infatti una vita interamente dedicata agli ultimi, e ogni giorno della sua vita non smise mai un solo istante di pensare agli altri. Sebbene la sua vocazione fu relativamente tardiva (nacque l'8 aprile 1922 a Nerviano, nel milanese, primogenita di quattro figli ed entrò nell'Istituto delle Suore della Riparazione a 23 anni, il 20 novembre 1945, prendendo i voti il 24 settembre 1948), riuscì grazie alla sua indole e alla sua tenacia a occuparsi degli altri fino a un'età molto avanzata.

Trascorsi i primi tredici anni a Milano, in Casa Nazareth, dove svolse l'attività di educatrice nell'opera assistenziale ai minori, fu trasferita nel 1961 a Venezia, nel luogo di nascita dell'Ordine (l'Istituto Canal-Marovich, sorto nell'Ottocento) dove fu chiamata a occuparsi delle tantissime ragazze che provenivano da situazioni familiari o sociali complesse e problematiche, divenendo – con diverse consorelle – “àncora” di salvezza in situazioni di disagio e di pericolo. Negli anni successivi alla chiusura diverse ragazze (divenute oramai donne e madri di famiglia) tornarono a cercare lei e le altre religiose, con cui avevano mantenuto un legame strettissimo.

L'istituto terminò il suo servizio alle ragazze nel 1980, ma non Madre Pierina: in parte dei locali del Canal-Marovich (ospitato nel complesso dell'ex monastero dei Servi di Maria) fu infatti allestita di lì a poco la Mensa di Betania a servizio dei poveri, voluta dal Patriarca di Venezia Marco Cè e gestita dalla Caritas diocesana. L'ingresso fu stabilito sul lato di fondamenta della Misericordia (mentre altri spazi dell'antico monastero, sul rio opposto di Santa Fosca, divennero Casa Studentesca).

Pierina Re Sarto si assunse l'incarico di sovrintendere la mensa – posta allora sotto la direzione di don Giorgio Bagagiolo e successivamente del diacono Tiziano Scatto – rendendola una struttura capace di servire decine di pasti ogni sera. Betania in realtà si occupava di accogliere giornalmente i cosiddetti “senza fissa dimora” e offrire loro – oltre a un pasto abbondante – anche il servizio medico, le docce, la biancheria da pulire e cambiare, insieme all'assistenza amministrativa e legale. Per molti anni a gestire i diversi servizi si alternarono circa trecento volontari (una volta al mese, dieci per sera), tra cucina e sala da pranzo, provenienti da tutte le parrocchie di Venezia e coadiuvati dal lavoro degli obiettori di coscienza.

Ma suor Pierina fu sempre lì, ogni giorno, a gestire gli arrivi in dispensa (spesso frutto di donazioni quotidiane imprevedibili, per esempio dal mercato di Rialto), a decidere il menu serale, a coordinare i volontari in arrivo. Betania fu un po' la sua creatura. Ed essendo Madre Pierina molto conosciuta, la Casa di Venezia fu spesso identificata come la “Casa di suor Pierina”. A cinquant'anni dal suo arrivo in laguna, senza peraltro essersi mai più allontanata da Venezia, parlava ancora con un marcato accento milanese e usava delle parole tipicamente lombarde, anche nel rivolgersi scherzosamente ai volontari o agli ospiti.


Alla notizia della morte della religiosa – avvenuta a Viggiù il 22 febbraio 2014 – il patriarca Cè, che quella mensa aveva voluto (e dove cenava ogni Natale assieme agli ospiti), scrisse: “Se la Mensa Betania è riuscita a crescere fino a distribuire più di cento pasti ogni sera, questo lo si deve allo spirito e all’impostazione di Madre Pierina che ha servito i poveri fino all’esaurimento delle sue forze. [...] Mi è caro pensare che [abbia realizzato] una meravigliosa vocazione evangelica: 'Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me'”.


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Il Gazzettino