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CHIOGGIA - «Assolto per non aver commesso il fatto». Quando la presidente del collegio giudicante di Venezia, Roberta Marchiori, ha letto queste parole, sul banco degli imputati, Valerio Nordio non ha più trattenuto la commozione. E ad un pianto liberatorio si sono lasciati andare, poco file più indietro nell'aula, anche i familiari che lo avevano accompagnato in Tribunale. Lacrime e abbracci a segnare la fine dell'incubo di questo 59enne originario di Chioggia, ma residente a Conche di Codevigo, che da tre anni viveva con l'accusa di avere tentato di uccidere l'anziana suocera ricoverata in ospedale a Chioggia. Un «calvario giudiziario» - come lo ha definito ieri, martedì 13 luglio, il suo difensore, l'avvocato Simone Boscolo - iniziato esattamente tre anni fa che ha portato Nordio in carcere per sette mesi, per altri otto ai domiciliari e per gli ultimi tre obbligato alla firma. Un dramma per l'intera famiglia, che ha sempre sostenuto l'innocenza dell'uomo, a cominciare da moglie e cognati. Era il 13 luglio del 2017 quando Nordio, in visita alla suocera gravemente malata (sarebbe morta due mesi dopo) e ricovera in geriatria a Chioggia, venne notato in atteggiamenti sospetti dalla badante della paziente che condivideva la stanza. Secondo la donna, l'uomo aveva tentato di soffocare l'anziana premendole una telino cerato sul volto. Una prima testimonianza raccolta dai carabinieri di Chioggia che aveva dato il via all'inchiesta.
ACCUSA E DIFESA
Nel corso del processo i fatti sono stati ricostruiti sentendo testimoni e consulenti.
LA SENTENZA
Tra due versioni, in mezz'ora il collegio giudicante (accanto alla presidente Marchiori, Fabio Moretti e Sonia Bello) ha preso la sua decisione: Nordio è stato assolto per non aver commesso il fatto con la formula dubitativa non essendo stata raggiunta la prova. Soddisfatti i difensori che ora attendono il deposito delle motivazioni per valutare un'azione di risarcimento danni per l'ingiusta detenzione.
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Il Gazzettino