TRIBANO - Non si fermano le indagini sul caso del profugo di Tribano, presunto stupratore di una ragazza di 22 anni della Repubblica Ceca. La Procura, attraverso il pubblico...
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LE PROVE
I due legali, dopo una serie di indagini, hanno raccolto prove sufficienti per fare scarcerare il richiedente asilo e smantellare punto per punto il capo d'imputazione. Le accuse di stupro, sequestro e rapina rimangono ancora in piedi, ma da quanto è emerso negli ultimi giorni il profugo sembra essere stato la vittima di una giovane affetta da disturbi della personalità. La ragazza, dai molteplici profili Facebook, il 26 novembre, giorno tra gli undici del presunto sequestro, ha postato una foto, un selfie, dove è immortalata distesa a letto con il giovane nigeriano: scatto accompagnato da una frase romantica in lingua inglese. Il giorno dopo, il 27 novembre, ha postato l'immagine del biglietto aereo per fare rientro a Praga. Per la difesa due prove essenziali, che dimostrerebbero come la ventiduenne non fosse in realtà sequestrata. Poi c'è il post del 14 settembre, sempre di quest'anno, dove la ceca si è scagliata contro la popolazione africana dopo una delusione d'amore per la fine di una relazione con un uomo di colore. Ma la difesa punta soprattutto, su un volantino diramato dalle autorità della Repubblica Ceca il sei di marzo dell'anno scorso. La polizia di Praga stava cercando la ragazza, scappata dall'istituto per disabili e affetta da disturbi mentali. E poi quell'indicazione per tentare di trovarla: Cerca la compagnia di uomini della comunità africana.
L'INCHIESTA
Gli inquirenti ora hanno il compito di rintracciare la giovane, anche se al momento ha fatto perdere le sue tracce. Forse potrebbe essere rientrata in patria, ma non sono escluse altre piste. È necessario trovarla per potere procedere all'incidente probatorio. Intanto la Procura sta analizzando il telefono cellulare della ragazza. I carabinieri vogliono appurare dove la ragazza si trovava dal 18 al 30 novembre: il periodo nel quale sarebbe stata segregata nell'abitazione dei profughi, gestita dalla cooperativa Edeco, in via Mazzini a Tribano. I militari nei giorni scorsi hanno sentito anche i vicini di casa degli africani, e nessuno ha raccontato di avere visto in quegli undici giorni la 22enne straniera.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino