Stupro di Caivano, uno dei responsabili è in Veneto: è passato agli arresti domiciliari

Stupro di Caivano, uno dei responsabili è in Veneto: è passato agli arresti domiciliari
Passa dal carcere ai domiciliari (con il braccialetto elettronico) in un comune del Veneto uno dei due maggiorenni indagati per gli abusi sessuali commessi a Caivano (Napoli) ai...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Passa dal carcere ai domiciliari (con il braccialetto elettronico) in un comune del Veneto uno dei due maggiorenni indagati per gli abusi sessuali commessi a Caivano (Napoli) ai danni di due cuginette di 10 e 12 anni residenti al Parco Verde. Il ragazzo, che ha 19 anni, è coinvolto nella vicenda con un giovane di 18 anni e con sette minori. A disporre i domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord Fabrizio Forte che ha accolto, nonostante il parere contrario della Procura, l'istanza di sostituzione della misura cautelare avanzata dalla difesa del 19enne (avvocato Giovanni Cantelli).

Per il Gip gli abusi ripetuti ai danni delle due bimbe «si sono innestati in un contesto territoriale di profonda incuria e abbandono e sono stati agevolati dal senso di appartenenza al gruppo criminale dei suoi membri, quasi tutti minorenni o poco più che maggiorenni (logica del branco)». Per questo motivo l'allontanamento del 19enne da Caivano, osserva il Gip, «appare elemento piuttosto rassicurante in ordine alla rescissione dei legami con il predetto contesto, inducendo a confidare in un'adeguata capacità autocontenitiva». I difensori dell'indagato hanno sostenuto che il ragazzo è «in precarie condizioni di salute psico-fisiche», affetto da «ritardo mentale di grado medio con difficoltà di apprendimento».

Uno stato «che si sarebbe aggravato durante la detenzione» in cui ha inoltre sviluppato «uno stato depressivo». Per la Procura di Napoli Nord invece il 19enne sarebbe dovuto restare in carcere per via di «una personalità altamente violenta e trasgressiva», e per un suo «ruolo da protagonista nella vicenda delittuosa».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino