L'ira di Fedriga: «Cambiato un accordo già siglato con noi, così si incrina il rapporto Stato-Regioni»

Il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga
TRIESTE - «L'aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi»...

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TRIESTE - «L'aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi» sulla presenza di studenti a scuola è «un precedente molto grave» che ha «incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni». Lo ha detto stamani il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga intervenendo a Radio KissKiss, sostenendo che gli accordi si possono cambiare ma «riconvocando chi quegli accordi li ha presi». Fedriga ha dunque annunciato la convocazione per oggi di una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni. 

Fedriga ha spiegato che per rispettare una presenza a scuola di «un range da 60 al 100 per cento servirebbero dai 15mila ai 20 mila autobus in più», dunque non si tratta di una «scelta politica ma di limiti fisici», un fatto che «prescinde dalla sensibilità politica». Aver cambiato questo «un accordo siglato tra le istituzioni crea un precedente molto grave, credo non sia mai avvenuto», con un «problema politico istituzionale importante», ha aggiunto Fedriga.

Il presidente della Conferenza delle Regioni è poi intervenuto anche sulla chiusura posticipata dei locali alle 23: «Una proposta assolutamente responsabile», qualcuno «mi spieghi perché un'ora di distanza farebbe schizzare i contagi in alto». Una proposta non passata in Cdm che, «come tutte le altre - ha aggiunto Fedriga - è stata presa all'unanimità in Conferenza delle Regioni. È stato fatto un gran passo avanti tra i territori, forse più che a livello centrale: tutte le proposte sono condivise da Nord a Sud e da destra a sinistra. Nella concretezza del quotidiano, abbiamo superato le divisioni partitiche».

«Chiudere alle 22 o alle 23 non credo sia un problema pandemico. Ma se si è deciso di aprire i ristoranti all'aperto anche la sera, bisogna dare la possibilità di stare aperti. Se un cliente deve stare alle 22 a casa, c'è un'incoerenza. In una situazione già tersa per le categorie, sembra una presa in giro. La Conferenza Regioni ha proposto all'unanimità il coprifuoco alle 23, non ha proposto di stare aperti fino alle 5 come un rave party». 


Sulla seduta straordinaria della Conferenza (di oggi 22 aprile) ha indicato che si discuterà «di scuola e di rapporti con il Governo».

 

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Il Gazzettino