PORDENONE - Mamma diventa detective per difendere la figlia che non riesce a salire sul bus troppo pieno di studenti. Pur pagando regolarmente l’abbonamento. ...
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È successo in città dopo che la stessa mamma, una commerciante che ha il negozio in centro (nessun nome perchè la ragazza è ancora minorenne), aveva cercato una soluzione con l’Atap, ma che sino ad ora non è stata trovata.
«Come se - spiega la mamma - per poter salire sul bus per il quale pago 250 euro di abbonamento, sia costretta a iscrivere mia figlia a una società sportiva di rugby, visto che - almeno mi pare - è in quello sport che si fanno le mischie». C’è anche un altro aspetto "bizzarro". Già, perchè una mattina la figlia, rimasta a terra con un amico, figlio di vicini di casa a cui capita spesso la stessa sorte, è stata caricata su un’automobile dell’Atap che seguiva il bus. «Per carità - spiega - a scuola c’è arrivata, ma non mi sembra che si tratti di un comportamento corretto. Anzi, l’avvocato a cui mi sono rivolta ha biasimato questo comportamento perchè nessuno sa se il mezzo sia abilitato a far salire utenti».
La studentessa ogni mattina dalla zona di via Claut prende l’autobus urbano alle 7.44 per arrivare difronte al Grigoletti per poi raggiungere a piedi l’istituto.
«Ogni volta per entrare è una lotta - racconta la mamma - e capita sempre più spesso che resti a terra o perchè non è possibile entrare, oppure perchè l’autista non apre neppure le porte. L’alternativa è prendere il bus delle 7.22, ma i disguidi sono molti: alzarsi prima, arrivare troppo presto a scuola e la fermata di arrivo è diversa. Perchè?».
La mamma ha contattato l’Atap più volte e l’Ufficio movimento urbano ha sempre risposto cortesemente, spiegando prima che non erano a conoscenza dei disservizi, poi che sul bus risultavano 80 persone su una capienza massima di oltre 100. A quel punto la mamma è diventata detective e con tanto di macchina fotografica ha immortalato tutto. Le foto hanno evidenziato una situazione di calca sul bus, studenti stipati e zaini a terra che occupano il resto dello spazio. «Se l’autista apre le porte - conclude la donna - c’è il rischio che cada a terra qualcuno. Quanti studenti come mia figlia sono costretti a restare a terra?» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino