Da studente a odiatore ecco chi è Andrea-McSplinter

Da studente a odiatore ecco chi è Andrea-McSplinter
TREVISO «Sono napoletano, comunista e antifascista, quindi alla larga razzist*, capitalist* e fascist*». E pure leghisti, a giudicare dalla quotidianità social...

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TREVISO «Sono napoletano, comunista e antifascista, quindi alla larga razzist*, capitalist* e fascist*». E pure leghisti, a giudicare dalla quotidianità social di “Mc Splinter Man”, che nella vita reale si chiama Andrea Mattiucci e oggi sarà formalmente indagato. Secondo i carabinieri è infatti questo 18enne, nato a Quarto Flegreo ma residente a Conegliano e studente all’Itis Fermi di Treviso, il presunto autore delle “storie” postate su Instagram per attaccare il governatore Luca Zaia e i consiglieri comunali Giovanni Bernardelli, Cristiano Basei, Silvia Marcon e Paola Nalon, con termini ritenuti minacciosi e diffamatori al punto da far scattare querela penale e solidarietà trasversale.

 
LE CRITICHE
Oltre a ritrarre Zaia a testa in giù, le immagini rimaste visibili per 24 ore avevano mostrato il presidente della Regione e i quattro esponenti locali accanto a imperativi e slogan come questi: «Cacciare queste persone dalle nostre città è un nostro dovere. Leghista attento, ancora fischia il vento». Ma tuttora sono disponibili su Facebook le precedenti critiche al partito di Matteo Salvini espresse dal ragazzo, all’epoca ancora minorenne (è diventato maggiorenne lo scorso 1° febbraio), benché allora caratterizzate da toni più sarcastici che ingiuriosi. L’ultimo post, ad esempio, risale al giorno di Santo Stefano dello scorso anno: due faccine che sghignazzavano fino alle lacrime, per una vignetta intitolata “La Lega difende il presepio” che ritraeva il segretario federale mentre, armato di manganello, fermava Baldassarre, il nero dei re Magi, apostrofandolo così: «Ehi tu! Dove c... credi di andare??». Quando però una settimana prima erano stati i suoi amici di social a sbellicarsi, davanti alla provocazione secondo cui il Carroccio sarebbe «l’organizzazione più prossima all’Islam radicale che possa esistere» in quanto «no gay, no diritti delle donne, no aborto, armi libere, legge del taglione, pena di morte...», Andrea li aveva ripetutamente rimproverati: «C... ridete, non ridete, non fa ridere». 
L’IDEOLOGIA
Dieci anni fa il giovane Mattiucci è arrivato nella città del Cima dalla vicina Santa Lucia di Piave, insieme alla famiglia guidata da mamma Valentina e papà Luca. Quest’ultimo fa il saldatore e pare si sia infuriato assai alla notizia che il figlio, immortalato negli album casalinghi mentre è ragazzino e porta in spalle la sorellina, si sia beccato una denuncia dopo essersi fatto prendere la mano dall’entusiasmo ideologico condiviso con molti altri adolescenti. Un teenager come tanti: il proclama a favore della «marijuana libera», la richiesta di «più salario e meno lavoro», la protesta contro le corriere in ritardo «alle 6 di mattina che in giro non c’è un’anima», l’ironia quando «quelli dei licei parlano troppo forbito, ma che volete oh, io risolvo equazioni, non scrivo i temini». Poi, qua e là, gli affondi, del tipo: «Salvini, è tutta colpa tua. Fascisti, è tutta colpa vostra. Leghisti, è tutta colpa vostra. Solo sostegno per i fratelli neri e solo mazzate per i fasci infami!». Parole e meme, come ce ne sono a valanghe sul web, sino alla serie finita all’attenzione dei carabinieri.
LA CONDANNA

Da quanto trapela, Mattiucci starebbe meditando di scusarsi pubblicamente con i cinque leghisti, anche se la capogruppo regionale zaiana Silvia Rizzotto non ci crede troppo: «Pur con tutta la buona fede del mondo, non ci si può aspettare le scuse da personaggi così, perché lo sanno bene cosa scrivono e usano le parole con cognizione di causa». Mariarosa Pavanello, presidente dem di Anci Veneto, stigmatizza episodi che «rischiano di dare un segnale negativo allontanando l’impegno civico dei cittadini», mentre il senatore centrista Antonio De Poli teme che i ragazzi «possano poi replicare il linguaggio dell’odio e delle minacce in altre circostanze». Anche a Palazzo Ferro Fini, comunque, la condanna del gesto è bipartisan. Dice Stefano Fracasso, leader del Partito Democratico: «In democrazia non c’è spazio per espressioni del genere. L’opposizione, alla Lega come a qualsiasi altra forza politica, si fa con altri mezzi». Concorda il gruppo del Movimento 5 Stelle: «Il confronto politico può essere aspro e senza sconti, ma non vi deve mai trovare spazio qualsiasi deriva violenta e antidemocratica». Idea del leghista Alberto Semenzato: «Questo governo anti-Lega ha il dovere di istituire una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, che però valga per tutti». Pare di capire che la commissione Segre, su cui il centrodestra al Senato si è astenuto, per il consigliere regionale non sia all’altezza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino