Il tempo delle lodi è finito. Ora è il momento di tornare alla realtà per i due poliziotti che il 23 dicembre hanno ucciso durante una sparatoria il tunisino...
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Una decisione che sembra avere un carattere precauzionale a tutela degli agenti del commissariato di Sesto San Giovanni e delle loro famiglie, anche se il ministero dell'Interno ha comunicato che ufficialmente si tratta di un premio per il risultato ottenuto.
Dove hanno fallito per giorni i servizi di sicurezza di mezza Europa, sono riusciti due poliziotti in pattuglia nella notte della periferia di Milano. La sera del 23 dicembre fermarono per un controllo di routine un giovane nordafricano che si aggirava nel piazzale della stazione della metro di Sesto. Lo sconosciuto reagì estraendo una pistola con cui riuscì a ferire alla spalla Movio prima di essere ucciso da due colpi esplosi dal collega. Solo alcune ore dopo si scoprì che sull'asfalto c'era il corpo di uno degli uomini più ricercati del mondo, il tunisino autore della strage. In quel momento l'agente in prova Luca Scatà, originario di Canicattini Bagni (Siracusa) è diventato un eroe. Dopo un periodo di congedo passato sotto scorta insieme alla famiglia a Canicattini, Scatà era tornato al lavoro al commissariato di Sesto San Giovanni dove stava svolgendo il suo periodo di prova in servizio alle volanti, mentre Movio è ancora in convalescenza per la ferita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino