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Pordenone nella black list per carenze infrastrutturali. È quanto emerge dal Libro Bianco sulle priorità indicate dal mondo associativo ed imprenditoriale – presentato ieri mattina alla Camera di commercio Venezia Giulia - e sulle quali occorre intervenire con urgenza per aiutare il sistema economico e superare la crisi innescata dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina recuperando competitività e attrattività.
Le carenze infrastrutturali
Ecco che Pordenone risulta la provincia con il gap infrastrutturale più ampio (al 43mo posto nella classifica nazionale) soprattutto rispetto alle infrastrutture ferroviarie (83mo) e stradali (76mo). Gorizia e Udine occupano rispettivamente il 14mo e 18mo posto grazie alla performance ferroviaria (11ma in Italia) e portuale (16ma) per la prima mentre quella stradale e ferroviaria (14ma in Italia) per la seconda. Trieste si posiziona al primo posto in Friuli Venezia Giulia e all’11mo in Italia per performance portuale (è terza in Italia) e ferroviaria (è nona). Il territorio regionale risulta «particolarmente penalizzato» in termini di dotazione per quanto riguarda le infrastrutture stradali (scarsa consistenza della rete stradale e assenza di assi autostradali a tre o più corsie) e in termini di strategia (tempi di realizzazione).
La classifica
Anche in questo caso Pordenone registra la peggiore performance piazzandosi al 76mo posto nella classifica nazionale (quartultima a Nordest) soprattutto a causa della scarsa consistenza della rete, specie autostradale.
Le necessità
Scarsa performance di tutte le province sul fronte delle infrastrutture portuali per carenze dotazionali (area sedime, area parcheggio aerei, numero di piste, di banchi check in), funzionali (traffici, intermodalità, connettività nel network europeo) e strategiche (spesa per interventi ad hoc). La provincia di Pordenone occupa il primo posto nella classifica regionale grazie ai tre aeroporti raggiungibili in poco meno di un’ora (Treviso, Trieste, Venezia). Dieci, dunque, le priorità selezionate: potenziamento delle linee ferroviarie che collegano il porto di Trieste con il retroporto di Monfalcone; il Porto di Nogaro e l’efficientamento del suo retroporto; upgrading tecnologico della tratta Udine-Ronchi dei Legionari Nord; Interporto-Centro Ingrosso di Pordenone (realizzazione della stazione elementare dedicata); Pedemontana Friulana (Cimpello-Sequals-Gemona); Lunetta di Gorizia; Aeroporto Duca d’Aosta di Gorizia; potenziamento del Porto di Monfalcone per il traffico crocieristico; potenziamento e velocizzazione Venezia-Trieste e condotta di collegamento tra lo scarico della centrale A2A e il sistema derivatorio “Ledra Tagliamento”.
Per l’interporto di Pordenone «il sistema imprenditoriale potrebbe sollecitare Rfi affinchè valuti le opportunità che la stazione elementare può apportare». Sulla Cimpello-Sequals-Gemona «è urgente una spinta politica forte per accelerare la risoluzione delle criticità di natura tecnico-progettuale, politica e finanziaria e quindi consentire il finanziamento e l’avvio dell’opera».
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