Wanda Falcioni non ce l’ha fatta La nonna di Stra muore a 106 anni

Wanda Falcioni aveva subito un'operazione al femore
Stra si stringe per dare l’ultimo saluto a Wanda. Oggi pomeriggio, alle 15.30, la comunità darà l’addio alla sua amica più longeva: Wanda Falcioni...

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Stra si stringe per dare l’ultimo saluto a Wanda. Oggi pomeriggio, alle 15.30, la comunità darà l’addio alla sua amica più longeva: Wanda Falcioni che, all’invidiabile età di 106 anni, giovedì scorso ha lasciato silenziosamente la vita terrena, dopo l’intervento al femore effettuato nei giorni scorsi. 

Sindaco e parenti l’avevano da poco festeggiata il 4 agosto in un clima sereno e allegro, e nonostante l’età nessuna nube si addensava all’orizzonte. All’improvviso tre settimane fa una caduta in casa le ha provocato una frattura al femore, trauma tipico in cui spesso incorrono le persone anziane. Trasportata all’ospedale di Dolo, nel reparto di ortopedia, si era deciso di effettuare la delicata operazione necessaria, pur conoscendo i rischi di un intervento su persone di età così avanzata, poiché Wanda è sempre stata sana, vivace, ancora perfettamente autonoma e positiva, quindi le probabilità di ripresa erano ottime.
L’operazione era tecnicamente riuscita in modo perfetto, tanto che il primario di ortopedia Esopi ne aveva dato risalto, illustrando i tempi poi previsti per la riabilitazione e la ripresa. Wanda è rimasta 20 giorni ricoverata in ospedale a Dolo, finché mercoledì pomeriggio era tornata a casa dal nipote Marco, con cui viveva praticamente da quando è nato e che lei ha cresciuto come un figlio. «Ho portato a casa la zia con l’ambulanza, perché aveva le flebo - racconta il nipote -. Era ancora molto debole, ma non ha rinunciato alla cena. Le ho fatto i tortellini in brodo e lei ha detto: “Finalmente, meno male!”. Non ne poteva più delle pappine dell’ospedale”». Il giorno successivo a pranzo le prepara un po’ di gnocchi, perché Wanda ama tanto il buon cibo, ma poi nel pomeriggio comincia a dire che non si sente molto bene. Alle 17 sembra avere un po’ di difficoltà a respirare, poi sempre di più, finché viene chiamato il 118. I battiti sono sempre più scarsi, e nel giro di pochi minuti Wanda è spirata in Pronto soccorso. «Discretamente ha vissuto, e con la discrezione che l’ha caratterizzata ci ha lasciati – dice di lei il sindaco Caterina Cacciavillani, suo medico di famiglia, che avrebbe dovuto fare un salto a salutarla il giorno dopo –. Non ha mai disturbato, si domandava sempre “cosa stesse facendo ancora qua”».

Wanda lascia il nipote Marco, che dice “Adesso sono solo”. Non si rende ancora bene conto dell’accaduto, l’ha sempre avuta accanto a sé per quasi 60 anni, prendendosi cura l’uno dell’altra. «Difficile ora non vedersela camminare per la casa, mangiare assieme, e a volte anche litigare».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino