Paese. Alimenti «esterni» vietati nella scuola media Casteller: «Stop anche alle festine di compleanno»

Nell'istituto non è più possibile introdurre cibi comprati fuori nemmeno per festeggiare le ricorrenze

PAESE (TREVISO) - Stop al cibo portato da fuori. L’istituto comprensivo Casteller di Paese ha disposto il divieto di introdurre alimenti nelle scuole dall’esterno, a...

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PAESE (TREVISO) - Stop al cibo portato da fuori. L’istituto comprensivo Casteller di Paese ha disposto il divieto di introdurre alimenti nelle scuole dall’esterno, a eccezione della merenda personale per la ricreazione. Sotto la lente c’è in particolare il mercoledì, giorno in cui nel centro di Paese si tiene il mercato settimanale. Evidentemente alcuni familiari non resistevano alla tentazione di comperare qualcosa alle bancarelle per poi allungarlo agli alunni, oltre la recinzione delle vicine medie Casteller, durante la ricreazione del mattino o in pausa pranzo. Adesso non si potrà più fare. «Si dispone il divieto assoluto di introdurre dall’esterno alimenti, da parte dei genitori, parenti o terzi, nei momenti delle ricreazioni del mattino e della mensa – ha messo nero su bianco il preside Alessandro Pettenà – prestando particolare attenzione alla giornata del mercoledì, in cui si svolge il mercato. A eccezione della merenda fornita dal genitore solo ed esclusivamente per il proprio figlio, al fine di evitare spiacevoli conseguenze legate a casi di allergia».


IL DIVIETO
Per la stessa ragione sono vietate feste all’interno della scuola con prodotti alimentari non confezionati e muniti di etichetta. «Non è consentito festeggiare nella scuola compleanni e ricorrenze che comportino consumo da parte degli alunni di alimenti prodotti artigianalmente da genitori o esercenti attività commerciali – continua la circolare – I cibi opportunamente controllati a tutela della salute degli allievi sono solo quelli forniti dalla ditta di refezione incaricata del servizio e distribuiti dal personale formato allo scopo». Inserire dei divieti non piace a nessuno. Vale anche per l’istituto comprensivo Casteller. È lo stesso preside a chiarire che non ci si poteva muovere diversamente.


LA SPIEGAZIONE


«La distribuzione e il consumo collettivo di alimenti all’interno della scuola richiama tre gravi problematiche: il forte aumento di casi di allergie o intolleranze; la difficoltà di garantire sicurezza e salubrità di alimenti prodotti in ambienti casalinghi; la difficoltà oggettiva di diversificare nella classe la distribuzione di alimenti, anche di provenienza certa, in base alle allergie o intolleranze di ciascun alunno – tira le fila Pettenà – pur riconoscendo il valore educativo dei momenti di festa associati al consumo di cibo “insieme”, l’introduzione nell’istituto di alimenti comporta per gli alunni pericoli difficilmente gestibili e per la scuola stessa il rischio di incappare in forti sanzioni».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino