«Sto male, aiutatemi»: 63enne trovata morta in casa con il telefono in mano

«Sto male, aiutatemi»: 63enne trovata morta in casa con il telefono in mano
TRIESTE - Una donna di 63 anni è deceduta all'interno della propria abitazione in via del Sale ed è stata trovata dai soccorsi con il telefono cellulare ancora...

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TRIESTE - Una donna di 63 anni è deceduta all'interno della propria abitazione in via del Sale ed è stata trovata dai soccorsi con il telefono cellulare ancora nella propria mano, posta sotto il volto quasi a significare il bisogno di aiuto o le richieste precedentemente fatte. L'episodio è stato confermato dal direttore della Struttura Complessa Centrale Operativa Regionale 118 Vittorio Antonaglia, ospite ieri sera della trasmissione Ring di Telequattro. A raccontare la vicenda con un lungo post su Facebook è stato nei giorni scorsi il consigliere comunale di Forza Italia Piero Camber sulla base di una segnalazione dell'Ugl: l'accaduto risale al 28 aprile scorso, inizialmente un codice giallo (media gravità) e poi verde (non grave). Pure il luogo dell'evento era riportato come in pubblica via e non presso abitazione privata, essendoci comunque un indirizzo da suonare sul citofono.  «Veniva chiesta via radio alla SORES di Palmanova la correttezza del codice e dei dati. L'operatore radio confermava il codice riportato sul tablet, quello VERDE, deciso dopo ulteriore telefonata con la parte - si legge ancora - il mezzo partiva quindi senza l'utilizzo dei dispositivi acustici e luminosi e giungeva sul target di via del Sale verso le ore 15.05». Giunto sul posto  il personale ha suonato per tre volte in qualche minuto al citofono senza ottenere conferma, richiedendo anche via radio la conferma del cognome. A questo punto ha suonato a tutti i cognomi dello stabile per entrare.


Una volta raggiunto il secondo piano ha iniziato a bussare alla porta. Dopo aver bussato e non aver ottenuto risposte, gli operatori hanno ricontattato la centrale unica per chiedere delucidazioni. L'operatore ha risposto - riferisce l'Ugl - che il processo della chiamata non era stato facile perchè la parte era poco collaborante, per cui non avevano informazioni aggiuntive da dare. Avrebbero però provato a richiamare il numero della parte che aveva chiesto l'intervento tanto è vero che oltre la porta gli operatori hanno sentito il telefono squillare a lungo senza che nessuno rispondesse. A quel punto è stato richiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco, arrivati in 15 minuti circa, per l'apertura della porta. Operazione che ha richiesto circa 25 minuti. Una volta entrato nell'appartamento, il personale sanitario ha trovato ormai deceduta la signora in camera da letto inginocchiata a terra. Nella ricerca dei parenti, si è scoperto che la donna aveva un marito domiciliato in via San Giovanni e un figlio residente in via Orlandini. «Rimane ora da capire - conclude il sindacato - quale sia stato il filtro effettuato da SORES per ridurre il codice di gravità "a fronte di scarsa collaborazione da parte della signora" e se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarne la vita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino