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PADOVA - Parità di genere nel lavoro: questo il focus del convegno "Equamente al lavoro azioni per cambiare prospettiva e costruire il futuro", tenutosi a palazzo Santo Stefano. Un incontro al quale hanno preso parte anche la consigliera provinciale alle Pari opportunità Katia Maccarrone e l'assessora comunale con delega alle Risorse umane Margherita Cera, che rientra tra le iniziative proprio di "Equamente al lavoro", campagna della Regione in collaborazione con Veneto Lavoro per la promozione della parità retributiva. Nella seconda tappa di questa serie d'incontri in programma fino a giugno, l'obiettivo rimane quello di riflettere e promuovere la parità retributiva tra uomo e donna, come previsto dalla legge regionale 3 "Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all'occupazione femminile stabile e di qualità".
CAMBIO DI PROSPETTIVA
«Sono convinta che dobbiamo partire dai bambini - dichiara Silvia Scordo, consigliera provinciale di Parità - agendo fin dalle elementari con un'azione di formazione alla parità di genere perché sia integrata nella mentalità di tutti. Lo scorso anno abbiamo accolto più di 200 casi di discriminazione, dalla violenza domestica al mobbing in seguito al rientro dopo il congedo di maternità. Sono situazioni che possono essere prevenute promuovendo un reale cambio di mentalità e di prospettiva, come da obiettivo della legge regionale 3/2022». Stando ai dati, secondo il rapporto sulla situazione del personale nelle aziende con oltre cinquanta dipendenti, curato dalla Regione in relazione al biennio 2020-2021, su un totale di 3272 aziende la percentuale di donne occupate è del 44,9% con un 33,9% di dirigenti. Nello specifico della provincia la percentuale di donne occupate è leggermente superiore alla media regionale con il 47,7% di occupazione e con 38% di dirigenti donna. Analizzando poi nello specifico il gap retributivo, si nota che in tutte le province della nostra regione lo stipendio medio delle donne è inferiore a quello degli uomini, ma quelle con la busta paga più bassa sono proprio Padova e Venezia, per le quali si parla di meno di 21mila euro lorde all'anno senza eliminare l'effetto part-time, con un gap notevole rispetto ai 23.800 euro lordi degli uomini.
«I dati parlano chiaro, sul fronte dei lavoratori dipendenti, si passa da una media di 1817 euro al mese per gli uomini ai 900 euro al mese per le donne.
Il Gazzettino