La dura vita dei docenti: «In Italia gli stipendi più bassi d'Europa. Difficile arrivare a fine mese»

Dito puntato contro il salario statale troppo basso: impossibile pagare l'affitto

Il grido d'allarme dei docenti: «In Italia gli stipendi più bassi d'Europa. È dura arrivare a fine mese»
Una decina d'anni di blocco contrattuale tra il 2008 e il 2018, nonostante il rinnovo del contratto scuola con incrementi sopra l'inflazione del periodo dal 2019 al 21,...

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Una decina d'anni di blocco contrattuale tra il 2008 e il 2018, nonostante il rinnovo del contratto scuola con incrementi sopra l'inflazione del periodo dal 2019 al 21, gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi in Europa. La denuncia viene fatta dal sindacato Anief che ricorda come i docenti italiani risultino 31esimi per stipendio percepito su 50 Paesi. Secondo lo studio prodotto dall'Education price index, l'Italia detiene un notevole distacco rispetto a Germania, Spagna, Francia.


LO SFOGO
Recentemente il docente Enrico Galiano in un suo post aveva scritto ironicamente: «Ho passato qualche giorno ad Amsterdam e ho avuto la malaugurata idea di chiedere in giro quale fosse lo stipendio di un insegnante e niente sto piangendo in un angolo», riferendosi ai 5mila euro al mese dei colleghi. Nella morsa tutta italiana finisce anche il personale di segreteria, tecnico, i collaboratori scolastici, se la passano decisamente meglio i dirigenti scolastici che, numericamente inferiori, riescono ad ottenere maggiori incrementi stipendiali. «La politica dopo le promesse elettorali deve rispondere dichiara Marcello Pacifico, presidente di Anief sarebbe bene quindi che subito si recuperi il costo della vita ancora ben superiore al livello stipendiale di chi lavora nel comparto istruzione. L'ideale è che subito dopo la pausa estiva, il Governo stanzi le risorse utili per garantire aumenti significativi nella Legge di Bilancio di fine anno. Si parla tanto di salario minimo ma quello dei docenti e Ata italiani rimane tra i più bassi tra gli stati economicamente sviluppati e questo non è accettabile».

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IN FRIULI


Pacifico fa notare come in Germania i docenti abbiano uno stipendio lordo di 51mila euro l'anno, in Svizzera si arriva ad 80 mila euro l'anno. Nel pordenonese, Teresa Vitiello, vicepresidente regionale e presidente di Anief Pordenone fa un'analisi degli affitti del territorio. «Gli affitti di un monolocale riferisce si aggirano sui 450-500 euro, se aggiungiamo gli spostamenti, la benzina o, peggio, il caro voli aerei, capiamo che non solo per chi vive in zona, ma pure chi viene dal sud ha seri problemi ad arrivare a fine mese e ritornare dai familiari». Si spiega così perché la chiamata agostana, la call veloce e la mini call veloce, non abbiano molto seguito, chiaramente anche il costo della spesa è elevato. Il costo della vita al nord è diventato proibitivo e gli stipendi, specie per chi non ha una casa di proprietà, possono non bastare per sbarcare il lunario. «Il problema diventa ancora più evidente per chi ha figli in età universitaria aggiunge Vitiello se non aumenteranno gli stipendi sarà difficile pure dare un futuro ai ragazzi». Ma c'è di più, essere precari costa. «I precari devono essere ricchi riferisce Vitiello i corsi di specializzazione, le abilitazioni sono onerose, negli anni passati c'è chi si è specializzato all'estero perché in Italia non c'erano possibilità, tutto a caro prezzo». Per la prima volta i docenti con contratti al 31 agosto avranno la carta docente. «Questo accade indica la presidente provinciale dell'Anief perché i nostri ricorsi hanno avuto la meglio, ma non basta, pensiamo che il diritto debba estendersi a tutti gli insegnanti non solo a quelli con contratto annuale e al personale Ata proprio ora che la formazione diventerà obbligatoria. E dopo tanta formazione, la stabilizzazione del personale scolastico che lavora da anni dovrebbe essere la via maestra da perseguire, da decenni chiediamo il "doppio canale", ma ora è il momento di portarlo avanti dopo le promesse elettorali».

 

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Il Gazzettino