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LORIA (TREVISO) - «Era meglio se quell'auto prendeva anche me». È sotto choc Tiziana Moretto, moglie di Mario Piva, il 67enne investito da Steve Quintino. Le sue parole sono dettate dal grande dolore ma anche dalla rabbia. Lei era lì. L'auto l'ha sfiorata e per solo pochi istanti non è riuscita ad tirare a sé suo marito e a salvargli la vita. Ma non c'è stato neanche il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo. Dei secondi che sembrano essere durati una vita. Ma che rimangono pur sempre attimi. Troppo pochi per intuire l'immane tragedia che si sarebbe consumata subito dopo.
LA REAZIONE
LA PASSIONE PER LA BICI
I coniugi Piva andavano spesso a fare dei giri insieme, soprattutto in bicicletta: «Era una passione che condividevano». E anche ieri mattina erano in sella alle loro biciclette, stavano andando a trovare loro figlia Monica di 30 anni che vive a Borso del Grappa. Un percorso di circa 55 minuti, poco più di 14 chilometri. Avevano appena raggiunto le scuole di San Zenone degli Ezzelini, ed erano esattamente a metà percorso, quando si sono trovati davanti l'auto guidata da Steve Quintino che per l'alta velocità è uscita di strada e ha colpito Piva. Accanto a lui c'era proprio la moglie Tiziana. È proprio a raccontare alla cognata cosa è successo in quei drammatici minuti: «L'auto ci ha sfiorati - ha raccontato Tiziana - ero vicino a Mario. Quell'uomo al volante andava talmente veloce che ha sbandato uscendo di strada. Eravamo lì. Ho visto che l'auto uscire di strada e poi venire verso di noi. Stava per prendere Mario, non ho fatto in tempo a spostarlo, non sono riuscita ad avvisarlo ed è stato travolto. È morto sul colpo». Poi Quintino è sceso dall'auto ed è fuggito. Ha rubato un altro mezzo ed è ripartito nella sua folle corsa. «È scappato davanti a lei - spiega Gazzola dopo aver raccolto lo sfogo di Tiziana - lei è rimasta lì, pietrificata. Io sono stata avvertita da mia nipote. E mi sono precipitata sul posto. Tiziana era sotto choc ma anche arrabbiata. Diceva frasi come Era meglio se prendeva anche me e Com'è potuto succedere». A casa della famiglia ieri pomeriggio c'è stato un via vai di persone arrivate a portare il proprio cordoglio ed esprimere la loro vicinanza.
IL RICORDO
Mario Piva era andato in pensione da poco. Aveva lavorato negli ultimi anni a Mestre come statale. E quando era più giovane era anche stato vittima di un incidente sul lavoro. Era rimasto incastrato in un tornio mentre stava lavorando un materiale e aveva perso un dito della mano. Da quando era andato in pensione si dedicava anche al giardinaggio. «È sempre stato molto riservato e dedito alla famiglia», spiega la cognata.
LA RABBIA DEL SINDACO
su Il Gazzettino