Stefano Puzzer (No Green pass) dopo il licenziamento dal Porto: «Vivo con la disoccupazione, spezzati i rapporti. Aspetto giustizia»

Stefano Puzzer (No Green pass) dopo il licenziamento dal Porto: «Vivo con la disoccupazione, spezzati i rapporti. Aspetto giustizia»
 TRIESTE - Per quasi un anno il suo nome è rimbalzato ovunque, al centro dell'attenzione nazionale e non solo. In poche ore Stefano Puzzer è passato da un...

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 TRIESTE - Per quasi un anno il suo nome è rimbalzato ovunque, al centro dell'attenzione nazionale e non solo. In poche ore Stefano Puzzer è passato da un semplice lavoratore portuale a leader delle proteste contro il Green Pass partite da Trieste nel 2021 e diffuse rapidamente in tutta Italia. Fallito il tentativo di entrare alla Camera con Italexit nel 2022, da mesi il leader è chiuso in un lungo silenzio e la sua popolarità è gradualmente tramontata. «Vivo con la disoccupazione - racconta - ricomincerò a lavorare solo quando riuscirò ad avere giustizia». Dopo la prima udienza del processo contro il licenziamento, avvenuto lo scorso anno, l'ex portuale attende la seconda a luglio. «Mi è stata offerta una cifra ma non l'ho accettata» spiega «voglio andare a giudizio, fino in fondo, anche se l'idea di poter tornare in porto non è semplice. Come successo ad altri colleghi credo che i rapporti si siano spezzati, in un luogo che è completamente diverso dagli altri. Non saprei come potrebbe essere un eventuale ritorno. Ma il porto mi manca, o meglio, mi manca il fatto di non avere un impegno, dopo 25 anni di lavoro».

La sua attenzione nel frattempo è tutta puntata al comitato «La gente come noi», insieme con l'amico Andrea Donaggio. «E' salito alla ribalta nel 2021, con la mobilitazione partita da Trieste contro il Green Pass richiesto ai lavoratori, con la conseguenza di ricevere un'enorme visibilità che non ci aspettavamo» racconta Puzzer «con il comitato abbiamo voluto dare un senso proprio a quella visibilità, sfruttarla per creare qualcosa che secondo noi andava fatto. Abbiamo aiutato economicamente i lavoratori sospesi con buoni spesa e il pagamento delle bollette. Poi, quando molti sono rientrati al loro posto, abbiamo continuato dando un contributo a chi ha avuto conseguenze dal vaccino». Il Comitato si alimenta con donazioni «tutte chiare e con bonifico bancario» ci tiene a precisare «e finora abbiamo devoluto alla gente 120mila euro». Ma prima o poi Puzzer, ne è consapevole, dovrà rimettersi in gioco e trovare una nuova occupazione. «Al momento mia moglie lavora, e riusciamo ad andare avanti, io aspetto di avere giustizia» ripete «solo allora potrà capire come ricominciare».

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Il Gazzettino