Il Comune salderà a rate il mezzo milione di euro legato all'indebito incasso di uno storno Ici

Il consiglio comunale
SANTO STEFANO DI CADORE - Il Comune di Santo Stefano decide per la...

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SANTO STEFANO DI CADORE - Il Comune di Santo Stefano decide per la rateizzazione del debito fuori bilancio. Modalità, interessi e tempistica sono ancora tutti da definire e formalizzare. Mentre l’opposizione consiliare chiede le dimissioni della giunta. La strada sembra tracciata, per colmare il “buco” dei noti 534.167,66 euro (rettificati al ribasso di un paio di mila euro, rispetto al dato emerso in precedenza), risalenti alla nota vicenda che ha visto, tra il 2003 e il 2005, entrare nelle casse municipali di piazza Roma, soldi in realtà di competenza di San Vito e versati dai cittadini per l’allora Ici. Il Consiglio comunale di martedì ha preso atto della situazione di squilibrio strutturale dell’ente ed ha deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Ha poi deciso di richiedere un’anticipazione del cosiddetto “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali”, nella misura che sarà determinata nel piano di riequilibrio da adottare ed approvare, nei limiti dell’importo massimo fissato in euro 300 per abitante (complessivamente, quindi, per Santo Stefano, il tetto equivale a circa 725mila euro), secondo le modalità ed i termini previsti in materia. Alcune scadenze sono ben chiare e definite: entro cinque giorni dall’approvazione della delibera, l’atto verrà inviato alla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Regione Veneto, e al Ministero dell’interno; entro tre mesi il Consiglio comunale sarà chiamato ad approvare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale. “Quanto si va ad approvare è molto impegnativo e chiede l'appoggio di tutti – ha affermato il vicesindaco, Elisa Bergagnin –. Quest’amministrazione sta cercando di risolvere problemi che si sono accumulati da molti anni, ma sono sicura che tutto si risolverà. Il calcolo degli interessi non è ancora stato fatto, così come quello della durata del piano di riequilibrio, il cui periodo massimo è di vent’anni. Chiederemo informazioni alla società incaricata di seguire l’iter”. Un documento che arriva con due anni di ritardo, invece, per la minoranza, che dal 2019 sollecitava il dibattito sullo spinoso argomento. “Non si è mai voluto affrontare il problema seriamente in consiglio comunale e la situazione è molto più grave rispetto a quello che si vuol far credere – ha sostenuto il capogruppo, Roger De Bernardin, che sul problema ha richiesto un incontro con il prefetto di Belluno –. Vi sono altre situazioni da verificare, per esempio quella dei dipendenti assunti in questo periodo e degli appalti. Per manifesta incapacità nei confronti della gestione del bilancio chiedo le dimissioni dell'intera giunta”.

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Il Gazzettino