PONTE DI PIAVE - Il ministero dello Sviluppo economico dà il via libera al programma di cessione della Stefanel. L'azienda di Ponte di Piave, dunque, è...
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L'ALLARME
L'ipotesi di vendita ha già suscitato l'allarme tra gli oltre 200 lavoratori e i loro rappresentanti sindacali: il timore è soprattutto che venga messo in atto uno spezzatino, cedendo separatamente le singole attività, a partire dal marchio, probabilmente l'elemento più appetibile dell'intero complesso. I tempi stringono anche perché a luglio scade la tranche di cassa integrazione.
LA CRISI
L'azienda trevigiana è in difficoltà ormai da parecchi anni e i tentativi di riposizionamento in segmenti di mercato a più alto valore aggiunto avviati a più riprese finora non hanno mai sortito gli effetti sperati. Alla fine di novembre scorso il debito accumulato superava i 94 milioni di euro. Stefanel era finita in crisi già nel 2016 e nel settembre 2017, i due fondi Oxy Capital e Attestor Capital avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell'ambito di un accordo di ristrutturazione del debito omologato dal Tribunale di Treviso nell'ottobre 2017. A valle di quell'aumento di capitale, Attestor e Oxy, con la famiglia del patron Giuseppe Stefanel che aveva mantenuto una minoranza. Anche in quel caso il piano di rilancio era non era andato a buon fine, zavorrato dalle difficoltà generale del settore moda. Negli scorsi mesi, con l'amministrazione straordinaria, un nuovo programma di ristrutturazione e razionalizzazione delle collezioni e della rete commerciale dei negozi. Anche lo storico stabilmento di Ponte di Piave divenuto ormai troppo vasto e dispendioso per le attuali esigenze produttive. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino