​Beraldo (Ovs): «Pronti per Stefanel e anche per altre acquisizioni»

Beraldo (Ovs): «Pronti per Stefanel e anche per altre acquisizioni»
VENEZIA - Stefano Beraldo punta deciso su Stefanel ma non si ferma qui: «Abbiamo discorsi aperti anche con altri soggetti, noi vogliamo crescere». L'Ad di Ovs oggi...

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VENEZIA - Stefano Beraldo punta deciso su Stefanel ma non si ferma qui: «Abbiamo discorsi aperti anche con altri soggetti, noi vogliamo crescere». L'Ad di Ovs oggi è però concentrato sull'acquisizione del marchio d'abbigliamento trevigiano: «Siamo in trattativa esclusiva, la prossima settimana il commissario straordinario deve presentare al Ministero la sua proposta. Ai primi di gennaio spero saremo aggiudicatari. Stefanel è un marchio storico che ha ancora un vissuto positivo nonostante le difficoltà ed è più conosciuto rispetto alla sua reale dimensione. Il settore della donna e della maglieria ha grosse possibilità di sviluppo, amplieremo la nostra offerta anche nei nostri negozi». La strategia è già ben delineata: «Siamo pronti ad assorbire i 25 dipendenti rimasti della sede centrale di Ponte di Piave (Treviso) dopo i 20 esodi incentivati, ma quella struttura non ci servirà. Contiamo di mantenere in attività quasi tutti i 23 negozi Stefanel, solo un paio potrebbero essere chiusi - spiega l'amministratore delegato del gruppo di vendita d'abbigliamento e accessori quotato in Borsa che ha chiuso i nove mesi con vendite in calo del 25,7% a 736,7 milioni a ottobre (+ 6,2% sul trimestre precedente) -. In futuro, se tutto andrà come pensiamo, ne apriremo altri oltre alla ventina attuali. Appena filtrata la notizia della nostra offerta per Stefanel ci hanno chiamato in molti, pronti ad aprire in franchising già da settembre». Già pronto un piano produttivo: «Le prime idee di prodotti me le hanno presentate in questi giorni, contiamo di far produrre i capi Stefanel sia in Italia che all'estero - osserva il manager veneziano - questo anche per permettere un prezzo inferiore del 30% rispetto all'attuale nei negozi Stefanel (e del 30-40-50% più alto rispetto alle nostre linee d'abbigliamento Ovs attuali) ma con la garanzia di mantenere intatta la qualità».

L'offerta complessiva è di 3,2 milioni, garantiti anche gli addetti nell'ufficio di Milano: «È un'operazione - precisa Beraldo, 63 anni - che finanzieremo col capitale circolante e non sarà di dimensioni tali da cambiare gli assetti finanziari. Crediamo che data la piccola dimensione dei negozi saranno molti i franchising, anche all'estero, poi ci sarà da crescere nel web e stiamo già ragionando con alcuni siti internazionali, dalla Francia alla Russia».
ENTUSIASMOBeraldo è entusiasta di questa sfida che rafforzerà anche l'offerta di Ovs: «Sarà una bella storia - confida in conferenza stampa - io sono nato da queste parti e per me Stefanel è sempre stato un gruppo con prodotti unici. Sarebbe stato un peccato che un marchio italiano così importante fosse finito all'estero». Benetton nel mirino? «No, sarebbe troppo complicato», risponde l'ex manager della holding di famiglia che già guarda a nuovi traguardi: «Con la crisi da Covid si stanno moltiplicando le opportunità di fare sistema e di rilevare altre aziende in difficoltà. In tutte quelle che abbiamo acquisito abbiamo mantenuto i dipendenti, lo faremo anche con le altre. Per i marchi, stiamo discutendo con varie aziende e ne stiamo valutando altre, ma non c'è niente di concreto - afferma Beraldo -. Di certo non saranno aziende internazionali e in business diversi da quello che crediamo di saper fare». In maniera molto efficace. «Siamo andati meglio del mercato, quasi quanto Amazon - sottolinea l'Ad -. Il futuro passa dall'attenzione alle esigenze della clientela di oggi e dalla multicanalità: negozi fisici insieme al web, dove le nostre vendite sono cresciute del 55%. Abbiamo migliorato la nostra posizione finanziaria e l'aumento di capitale da 80 milioni approvato all'unanimità dai soci ci darà le risorse per crescere ancora in Italia e anche all'estero, dove abbiamo già 300 negozi e nel 2021 ne vogliamo aprire altri 50-60».


Bocciata la chiusura dei centri commerciali: «I negozi in città sono stati bombardati dai consumatori mentre paradossalmente i centri commerciali sono gli unici in cui si possono controllare gli accessi ed eventualmente sanzionare la non applicazione delle regole. E lì i negozi sono più sicuri. Tanto che la Regione Veneto adesso ha preso strade diverse». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino