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BELLUNO - In auto da Vittorio Veneto a Belluno? Si arriva solo pagando il pedaggio. Torna l’incubo per i pendolari che si muovono tra la provincia, Trevigiano e Friuli: con la chiusura scattata da sabato della statale 51, in corrispondenza del Fadalto, l’unica via, da est verso la montagna, è l’autostrada. E si teme che possa ripetersi quanto accaduto negli anni scorsi, quando i giorni di chiusura divennero tre, quattro e alla fine un anno. Era il 28 giugno del 2017: scese una frana e la strada venne chiusa prima completamente e poi di notte a Nove per oltre un anno. Ma anche quando in piena pandemia nel 2020: ci furono ancora problemi e divieti. E nel 2021. Ora nel 2022 il copione si ripete e non tranquillizza quanto detto da Anas ieri: «La statale 51 rimarrà chiusa per il tempo strettamente necessario al ripristino delle opere di protezione e dell’impianto di allarme, che sono già in corso di esecuzione anche se fortemente condizionate dalle condizioni meteorologiche». E in provincia la pazienza sta per finire. Il presidente Roberto Padrin: «Sarebbe bene che venisse quanto meno ridotto il pedaggio, finché il tratto di A27 non tornerà a essere un vero servizio autostradale».
LA GIORNATA
Anas ieri ha annunciato: «Permane la chiusura in via precauzionale – attiva da sabato 27 agosto - della strada statale 51 “di Alemagna” tra il km 20,300 ed il km 21,800 a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, visto il perdurare delle condizioni meteo sfavorevoli». Così chi saliva doveva obbligatoriamente passare dal casello autostradale a Vittorio Veneto sud e uscire a quello di Fadalto per poi proseguire sulla statale verso la città. Costo? 80 centesimi. Se invece saliva fino a quello di Belluno doveva sborsare 2 euro e 10. E viceversa verso sud. In più in mattinata c’è stato anche un ulteriore problema. Alle 6 è scattato l’allarme per la segnalazione di un’auto contromano nel tratto di A27, in direzione sud tra i due caselli di Vittorio Veneto: chiusa anche l’autostrada per circa mezzora per consentire gli accertamenti come spiega la polizia autostradale (per la cronaca la vettura in senso vietato non è stata trovata). Chi scendeva da Belluno in quel momento avrebbe dovuto prendere l’autostrada uscire al casello Vittorio Veneto nord e rientrare poi al sud. Insomma una vera odissea.
ANAS
«La chiusura - si legge nella nota Anas diffusa ieri - si è resa necessaria, anche se la strada non è stata raggiunta dalla frana, a seguito dell’allarme emesso dal sistema di monitoraggio delle colate detritiche della Val Lapisina, installato da Anas nel 2021». E le opere di prevenzione hanno funzionato: «A seguito delle intense piogge cadute il 27 agosto la colata detritica in corrispondenza del km 21,700 è scesa a valle intorno alle ore 14,00 ed è stata intercettata dalle opere di contenimento, mentre la colata detritica in corrispondenza del km 20,900 si è mobilizzata per gran parte del suo percorso e, in caso di nuove intense precipitazioni, potrebbe invadere la sede stradale. Il sistema di allarme ha pertanto efficacemente esplicato la sua funzione».
LA PROVINCIA
La reazione del presidente Roberto Padrin, che da anni lamenta le problematiche della viabilità anche autostradale, non si è fatta attendere. «Una chiusura in via precauzionale - ha detto -, per motivi di sicurezza, è accettabile, nonostante i disagi che provoca.
Il Gazzettino