Cerca una stanza in affitto nei social, ma cade nella trappola: stuprata sotto la minaccia di un coltello

Violenza sessuale
PORDENONE - Ha cercato una stanza in affitto affidandosi ai social, ma la visita all'immobile si è trasformata nel peggiore degli incubi. La donna, poco più di...

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PORDENONE - Ha cercato una stanza in affitto affidandosi ai social, ma la visita all'immobile si è trasformata nel peggiore degli incubi. La donna, poco più di cinquant'anni, residente in un paese della Bassa, è stata violentata sotto la minaccia di un coltello. È successo la sera del 31 agosto. Dopo essersi confidata con un'amica, ha trovato la forza di rivolgersi ai carabinieri della stazione di Casarsa, che dopo una serie di accertamenti sono riusciti a individuare Mohammed El Kamouni, 31 anni a giorni, origini marocchine, in Italia senza permesso di soggiorno e ospite a San Vito di un parente. Il 22 settembre è stato sottoposto a fermo quale indiziato di violenza sessuale e minaccia. Ieri il gip Rodolfo Piccin, su richiesta del sostituto procuratore Monica Carraturo, ha convalidato il provvedimento e disposto che l'indagato sia sottoposto a misura cautelare in carcere. El Kamouni, che si trova nella casa circondariale di Gorizia, è difeso dall'avvocato Cristian Buttazzoni. Ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L'ABUSO
La vittima aveva urgenza di affittare una stanza. Aveva cercato una soluzione su subito.it e aveva individuato un'inserzione che la interessava. Mai avrebbe immaginato di essere attirata in una trappola. Dopo aver scambiato qualche messaggio con El Kamouni sul sito di annunci, i contatti si sono spostati su messanger. I due si sono accordati per la visita della stanza. Appuntamento al Bar Pashà della stazione ferroviaria di San Vito al Tagliamento. Da lì hanno raggiunto in bicicletta un magazzino, ma una volta all'interno dei locali, che peraltro non sono di proprietà del 31enne, l'uomo ha spento improvvisamente la luce e ha estratto un coltello. La donna è stata aggredita. El Kamouni, secondo la testimonianza della vittima, le avrebbe puntato l'arma alla gola costringendola a subire violenza sessuale.

LE INDAGINI
Rintracciare il presunto violentatore non è stato facile. Per gli investigatori El Kamouni era un perfetto sconosciuto: non risultava aveva contatti in provincia di Pordenone, aveva avuto una residenza a San Daniele, ma era stato cancellato dall'Anagrafe perché irreperibile. Le indicazioni fornite dalla vittima sono state fondamentali e, soprattutto, avrebbero trovato puntuale riscontro. Ricordava come l'uomo era vestito, ricordava il luogo in cui l'aveva accompagnata e la disposizione dei locali in cui è stata aggredita. È stata in grado di indicare anche alcuni suppellettili. Dal sistema di videosorveglianza del Bar Pashà i carabinieri sono riusciti a estrapolare alcuni fotogrammi dell'incontro tra i due: l'uomo era vestito esattamente come aveva indicato la vittima. Anche tratti somatici e alcuni particolari del suo volto coincidono con la descrizione fatta ai carabinieri. Ulteriori conferme sono arrivate dal percorso fatto dalla stazione di San Vito al magazzino in cui si trovava la stanza da visitare: la donna non è del luogo, ma ha riconosciuto, attraverso Google maps, diversi immobili che si trovano lungo il tragitto.

IL COLTELLO


La vittima ha anche avuto la prontezza di impossessarsi del coltello utilizzato dal 31enne per minacciarla. È stato sequestrato dai carabinieri e adesso sarà sottoposto ad accertamenti tecnico-scientifici per cercare tracce biologiche o impronte riconducibili al sospettato. Il fermo di El Kamouni è avvenuto a San Vito. L'uomo era all'interno del magazzino in cui è avvenuta la violenza e i carabinieri gli hanno telefonato con una scusa. «Non ci sono - ha risposto - Sono andato a Udine». Ma i militari dell'Arma lo stava guardavano dalla finestra e non ha avuto scampo.

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Il Gazzettino