Stambecco, il ritorno: re "resistente" in Marmolada

Censiti 546 esemplari sulle Dolomiti, cinque le colonie totali

Stambecco, il ritorno: re "resistente" in Marmolada
BELLUNO - Cresce la popolazione degli stambecchi sulle Dolomiti: ben 546 esemplari sono stati censiti nelle cinque colonie delle Dolomiti, si stima dunque una presenza di circa...

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BELLUNO - Cresce la popolazione degli stambecchi sulle Dolomiti: ben 546 esemplari sono stati censiti nelle cinque colonie delle Dolomiti, si stima dunque una presenza di circa 700 stambecchi. Il monitoraggio rientra nelle disposizioni della direttiva Habit del 1994. Sono state coinvolte anche le province di Trento e Bolzano e il Parco Dolomiti friulane. Il monitoraggio è stato eseguito da diversi enti. Ieri, a Palazzo Piloni, presentati i dati dell'ultimo monitoraggio effettuato dalla Provincia di Belluno, con gli enti delle regioni limitrofe. Se ne è occupata Giorgia Cortelezzi, dell'ufficio faunistico della Provincia.


LA FOTOGRAFIA
Delle cinque colonie a livello interprovinciale, quella della Marmolada è la più popolosa: se ne trovano ben 287. C'è poi quella del versante friulano, del Cridola e Duranno (109 esemplari), quella dell'Antelao, Marmarole e Sorapiss (76), quella del versante trentino, delle Pale di San Martino (39) e infine quella alto atesino della Croda Rossa Croda del Becco (35). Quella della Marmolada sembra così numerosa perché pare essere stata selezionata dall'infezione di rogna sarcoptica, acquisendo una certa resistenza.


SENZA CONFINI
Per ogni provincia ieri, c'era una rappresentanza: gli onori di casa li ha fatti il consigliere delegato provinciale, Franco De Bon, per la Regione ha seguito l'incontro Pietro Salvadori, della direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria. C'erano poi i tecnici faunistici, Marco Favalli (Dolomiti friulane) e Dominik Trenkwalder della Provincia di Bolzano.


LE PIAGHE
Se il consigliere Franco De Bon ha sottolineato come, mediaticamente, abbia fatto scalpore la morte dello stambecco del Sorapiss, di fatto soffocato da una scatoletta di latta, ma non è il solo motivo per cui di stambecchi ce ne sono pochi. Il tecnico faunistico friulano, Favalli, a introdotto il tema della rogna sarcoptica, che ha decimato li esemplari del Cridola- Duranno: sono morti l'80% di esemplari di stambecchi e camosci. «Dopo tredici anni tornano i casi di rogna», ha fatto sapere. Il collega di Bolzano ha ringraziato per il coinvolgimento del monitoraggio: «Anche noi siamo molto interessati a capire lo sviluppo dello stambecco nella zona delle Dolomiti».


LA RICERCA
Franco De Bon ha ribadito come «la ricerca si è basata sul fatto che gli animali non conoscono confini». Prezioso l'aiuto della Polizia Provinciale (c'era il comandante Oscar Da Rold), il braccio operativo di Palazzo Piloni «non solo per i monitoraggi, ma il personale, che è in sofferenza cronica, ha tra le competenze quelle sulla vigilanza, caccia, pesca, anti bracconaggio e si occupa anche di censimenti». Infine, proprio Gorgia Cortelezzi è entrata nei dettagli del monitoraggio degli stambecchi, partendo dall'interesse storico.


LA STORIA


Nel XVI secolo, con le armi da fuoco c'è stata una rapida contrazione numerica. Nel XIX secolo sopravvissero meno di 100 esemplari sul Gran Paradiso. Fu re Vittorio Emanuele II, nel 1821 ad emanare le prime misure protettive. La reintroduzione in provincia di Belluno fra gli anni '60 e '80. Nel 1995 la rogna sarcoptica in provincia di Bolzano: un acaro che vive sulla cute, che causa prurito intenso fino ad escoriazioni della pelle. Negli anni 2000 viene interessata anche la nostra provincia. Muoiono molti esemplari, che poi verranno reintrodotti. Dal '94 la direttiva Habitat che impone il monitoraggio delle specie animali: gli stambecchi, rientrano in quest'iter. Nel 2022 coinvolti tecnici regionali, provinciali, le riserve alpine di caccia e il Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo.

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Il Gazzettino