Teatro comunale, stagione a rischio: la rabbia dei tremila abbonati

Quest'anno la programmazione del Comunale è ancora molto incerta
TREVISO - Telefonate e mail. Poi appelli accorati sui social. E infine la polemica: «Siamo spettatori fidelizzati da decenni, il teatro non può trattarci in questo...

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TREVISO - Telefonate e mail. Poi appelli accorati sui social. E infine la polemica: «Siamo spettatori fidelizzati da decenni, il teatro non può trattarci in questo modo». I 3000 abbonati alle stagioni di lirica, musica, prosa e danza del teatro comunale Mario Del Monaco sono sulle barricate: è ormai settembre e non hanno ricevuto ancora nessuna comunicazione per la prossima stagione. «Una mancanza di rispetto che non ci aspettavamo- spiega Franca Cimitan, docente, ex musicista e storica palchettista - abbiamo ricevuto un comunicato quest’estate in cui si spiegava che al momento i rinnovi erano sospesi. Poi più nulla. Ma abbiamo diritto di sapere. Io alla stagione non rinuncio. Se Treviso riserva questo trattamento ai suoi storici abbonati, siamo sempre liberi di scegliere, in caso, la Fenice o un altro teatro».

 
Anche Maria Paola Maurino non ha dubbi. «Una vera caduta di stile. Possiamo capire che vi siano problemi economici: ma perché non renderci partecipi? Gli abbonati sono un po’ la famiglia del teatro. Invece estromessi del tutto. Una cosa che fa soffrire». Spesso, negli ultimi anni, l’adesione alla stagione è stata un atto di fiducia e la volontà di mantenere aperto il Comunale: «Anche a livello economico, abbiamo sempre cercato di fare la nostra parte per affermare un principio: questo teatro deve vivere, perché questo teatro è l’anima della città. Per questo riteniamo di essere stati traditi ed eclusi: Teatri spa ci deve convocare e illustrarci la situazione. Perché, in fondo, siamo anche noi un po’ soci». Qualche notizia si attendeva per questa settimana: i vertici del teatro sono tutti rientrati dalle vacanze estive. Con evidenza non sono maturate ancora prospettive decisive.
Ed è logico che con tempi così risicati, si tema per il cartellone: difficile impegnare gli artisti senza riscontri contrattuali sicuri. Le difficoltà di cassa sono note: all’appello mancherebbero 500mila euro, necessari a far partire le stagioni di prosa e danza, accanto a lirica e musica che invece sono confermate. I timori sono quindi per prosa e danza: su queste stagioni, che negli ultimi anni hanno preso quota sempre maggiore diventando i segmenti più seguiti si concentra l’attenzione degli abbonati. 

Anche l’amministrazione Conte spinge però per trovare una soluzione in tempi rapidissimi: «Non c’è più tempo da perdere: la prossima settimana convocherò una riunione straordinaria con i vertici di Teatri spa - conferma il sindaco - la situazione si deve sbloccare con un po’ di buona volontà da parte di tutti. Noi ci siamo insediati 75 giorni fa, garantiamo il cambio per la stagione 2019-2020 ma chiediamo a Cassamarca un ultimo sforzo per traghettare il Teatro verso il nuovo assetto». Questa settimana dunque a Ca’ Sugana avverrà l’incontro con i vertici di Fondazione Cassamarca. Il Comune di Treviso sta dialogando con la Regione e con il Teatro la Fenice per costruire un nuovo Ente che garantisca qualità e programmazione al Comunale. Nel frattempo si sono palesati anche investitori privati: il loro apporto, considerato essenziale, confligge però con le richieste di programmazione. E su questo il sindaco è stato chiaro: è gradito l’intervento di tutti ma l’amministrazione comunale avoca a sè un ruolo guida.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino