Nuova denuncia allo stalker della commessa: deve starle lontano almeno 100 metri

Nuova denuncia allo stalker della commessa: deve starle lontano almeno 100 metri
PADOVA - Il presunto stalker di Sotto il Salone sarebbe tornato alla carica. Il commerciante Simone Michelon, 32 anni di Limena e titolare della profumeria “Edvige”...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - Il presunto stalker di Sotto il Salone sarebbe tornato alla carica. Il commerciante Simone Michelon, 32 anni di Limena e titolare della profumeria “Edvige” nella giornata di sabato avrebbe ancora una volta importunato la commessa trentenne. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare del fascicolo, aveva chiesto l’arresto del negoziante, ma il Gip Claudio Marassi ha optato per la misura restrittiva del divieto di avvicinamento alla vittima di almeno 100 metri.

«Ancora una volta - ha dichiarato Michelon - non ho fatto nulla di male. Sono solo andato a posteggiare l’auto nella zona carico e scarico, per portare della merce all’interno del mio negozio tutto qui. C’è della cattiveria nei miei confronti». 



Intanto una sessantina di donne, tra commercianti e commesse del centro, a fine febbraio hanno  firmato un esposto contro il 32enne. Vorrebbero fosse cacciato dalle piazze perchè lo ritengono molesto e pericoloso. Il documento, protocollato, è stato depositato a palazzo Moroni e consegnato all’assessore alla sicurezza Diego Bonavina. La Procura ha ordinato ai carabinieri di sentire le organizzatrici della petizione, per appurare se il negoziante ha commesso in passato altri atti persecutori. Il 32enne, così come chiesto dal pm, verrà anche sottoposto a una visita psichiatrica per capire se è capace di intendere e di volere, e se è socialmente pericoloso. 
I FATTI
Michelon la sera di San Valentino in via Dante, è stato arrestato per atti persecutori nei confronti di una commessa dipendente di una boutique di via Roma. L’ha minacciata di morte urlandole “Hai finito di vivere”. Addosso i carabinieri gli hanno trovato e sequestrato un “kubotan”, di fatto un punteruolo che può essere usato come un’arma bianca. 
Il Gip ha convalidato l’arresto, il giovane è tornato libero, ma è stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati. La commessa di 30 anni, prima dell’episodio di via Dante, lo aveva già denunciato altre due volte. Un’altra querela gli era stata mossa, per lesioni, da un amico della ragazza che ha dichiarato di essere stato picchiato dal 32enne con uno schiaffo e una spinta. 
Tutto questo fino a sabato quando, secondo l’accusa, Michelon si sarebbe presentato all’esterno di un altro negozio del centro dove è stata trasferita la commessa. E anche in questa occasione si sarebbe fermato all’esterno dell’esercizio commerciale a guardarla per diversi minuti. Tanto che la ragazza, impaurita, ha deciso di procedere alla quarta denuncia per atti persecutori. 
LA DIFESA
Ma Simone Michelon, come per l’episodio della sera di San Valentino, ha respinto tutte le accuse a suo carico. «Non ho avuto alcun contatto con la commessa - ha raccontato - io ho solo la Ztl per carico e scarico davanti al negozio dove lavora. L’ho sola intravista, senza parlare e senza fare nulla. Ho solo buttato l’occhio. Ho portato la mia borsa in profumeria, dove ho creme e altro. Sono sceso dall’auto mi sono sistemato i capelli e delle carte. Nulla di più». 


E ancora: «È una persona sociopatica. Mi ha provocato più volte. Mi squadra, si morde le labbra per cercare qualche tipo di approccio. Sul cellulare ho video e foto che mostrerò all’avvocato per dimostrare la mia innocenza. Sono solo malvagi e cattivi. Anche a dicembre e a gennaio mi ha provocato per poi diventare cattiva, come è accaduto in via Dante». 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino