AGNA - Non ha mai accettato la rapida conclusione della loro relazione sentimentale e le ha provate tutte nel tentativo di farle cambiare idea. Aggressioni verbali, messaggi...
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É l’ennesima storia tra ex amanti quella che approderà il prossimo 8 gennaio davanti al tribunale collegiale. Sul banco degli imputati, con le accuse di violenza sessuale e stalking, D.U., manovale 48enne di Codevigo, difeso dall’avvocato Cristina Bissacco. La vittima, una barista 53enne di Agna, si è costituita parte civile con l’avvocato Nathalie Tommaselli.
LA VICENDA
L’imputato non ha voluto avvalersi di riti alternativi. É convinto di poter ridimensionare la portata delle contestazioni che gli vengono mosse. Ma il quadro accusatorio prospettato dal pubblico ministero Giorgio Falcone è pesante. Il manovale non l’avrebbe lasciata in pace un momento, facendo capolino ogni giorno nei bar in cui lei lavorava. Inizialmente nel locale di Piove di proprietà della donna, poi ceduto in gestione ad altri, poi in un bar di Cavarzere in cui era stata assunta, infine in un esercizio pubblico di Chioggia, dove lavorava assieme alla figlia. D.U. non sarebbe andato troppo per il sottile ricorrendo ad epiteti offensivi e minacciando di ucciderla e di rovinare il resto della sua famiglia.
Il manovale avrebbe ripetutamente annunciato di voler divulgare immagini erotiche della barista a familiari e parenti. I video sono stati acquisiti nel corso delle indagini. Erano nella disponibilità dell’indagato. Soltanto una fotografia a luci rosse della barista sarebbe stata inviata alla sorella. D.U. non si rassegnava all’idea di averla persa: pretendeva che non desse confidenza ad altri uomini, limitandosi a baci sulle guance, le controllava il telefono e la assillava con domande sui suoi spostamenti e sulle sue frequentazioni.
Per provare ad essere più convincente in un’occasione l’avrebbe afferrata per il collo, tappandole la bocca e rifilandole schiaffi e spintoni. In un’altra circostanza sarebbe arrivato addirittura a metterle un paio di manette ai polsi.
LA VITTIMA
La 53enne sarebbe stata costretta a modificare le sue abitudini di vita cambiando numero di telefono, modificando la propria identità sul profilo Facebook, scegliendo itinerari sempre diversi in macchina e arrivando addirittura a rifiutare il lavoro in locali pubblici, uscendo di casa solo in compagnia di altre persone.
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Il Gazzettino